“Avere una disabilità non deve essere di impedimento al sentirsi belli e desiderati” è questo il nobile pensiero che ha guidato Patrizia Marti, professoressa dell’Università di Siena, nella ideazione e realizzazione del progetto Quietude. La tecnologia è finalmente andata incontro al senso estetico: troppe volte persone affette da disabilità hanno provato un sensazione di vergogna, si sono nascoste per non mostrare agli altri i loro device medicali. È in quest’ottica che nasce Quietude, un intervento per vincere la sordità e restituire il suono sotto forma di luci, vibrazioni e strutture differenti.
Si tratta di un progetto del Fab Lab dell’Università di Siena, interamente finanziato dall’Unione Europea e portato avanti grazie alla partnership con aziende ed enti del calibro di Glitch Factory, T4All, Siena Art Institute e University of Southern Denmark, per trasformare uno stigma in un oggetto di desiderio.
Infatti un team di esperti, le cui competenze vanno dall’ingegneria alla psicologia, si sono messi all’opera e hanno realizzato una app in grado di registrare il suono, riconoscerlo e comunicarlo e, al contempo, gioielli in grado di restituire un feedback visivo del suono a chi li indossa. Il tutto tramite l’utilizzo di materiali riciclati ed ecosostenibili come pelli rigenerate o eco tessuti, combinati alla miniaturizzazione delle tecnologie, di cruciale importanza per poter esprimere al meglio il senso estetico dei monili.
Il progetto Quietude, nato soli sei mesi fa, ha coinvolto in ogni sua fase, dalla progettazione alla valutazione, donne sorde e di qualsiasi fascia di età. “L’obiettivo finale è di riuscire a riconoscere tutti i suoni tramite i gioielli, ma in particolar modo quelli importanti per ogni singola persona, come il canto delle cicale o i suono della natura. È un limite delle tecnologie fermarsi solo alla funzionalità” afferma Patrizia Marti che da 20 anni lavora con persone disabili.
Oggi la collezione di gioielli del progetto Quietude è stata presentata ad una comunità di sordi al Siena Art Institute così da poter raccogliere ulteriori commenti e migliorare sempre più. Questi gioielli, infatti, presto da progetto di ricerca diventeranno prodotto commerciale. Ora dunque la parola passa agli investitori, così da far diventare i sogni delle persone sorde realtà.
Debora Lapenna