A Rischio 15 scuole di specializzazione medica e si guarda con attenzione a un buco di bilancio da 22 milioni. Questo il quadro presentato al numeroso pubblico che venerdì scorso ha partecipato, all’hotel degli Ulivi, al dibattito promosso dall’Associazione Confronti. Ospiti, Vito De Filippo (sottosegretario di Stato al Ministero della Salute) e Stefano Scaramelli (presidente Commissione Sanità Regione Toscana).
Protagonisti i cittadini, oltre 300 persone tra cui molti medici e operatori sanitari.
La sanità si fa con buoni operatori e scuole di specializzazione, non con l’edilizia né con gli ingegneri. L’AOUS ha 22 milioni di euro di passivo e rischia di perdere 15 scuole di specializzazione medica. Senza ricerca e scuole non c’è futuro per Le Scotte. Un’analisi precisa e una diagnosi drammatica per l’ospedale di Siena cui sono riposte speranze ed aspettative dei cittadini di un’intera provincia e il rilancio della città.
Questo, dunque, è emerso dall’incontro promosso dall’Associazione Confronti. “Una cavolata pensare di demolire il policlinico delle Scotte per poi ricostruirlo – ha detto Stefano Scaramelli, presidente Commissione Sanità della Regione Toscana alla vasta platea riunita a Siena – Perché chi ha amministrato Le Scotte in questi anni – ha aggiunto Scaramelli – non ha chiesto i finanziamenti statali e regionali a tempo debito, come invece è avvenuto a Pisa e Firenze per costruire ospedali e padiglioni nuovi? Ora è tardi: non ci sono più finanziamenti disponibili. Treno perso e non ripasserà”.
Secondo i recenti dati diffusi dall’AGENAS, Agenzia nazionale di sanità, l’Azienda Ospedaliera senese ha un buco di bilancio di oltre 22milioni di euro, contro i 19milioni di Careggi e i 14milioni di Pisa. La peggior
situazione economica tra le aziende ospedaliere toscane. Di chi è il merito o meglio la colpa? Hanno preso la parola alcuni pazienti, in particolare un malato dell’Ematologia che ha lodato l’operato di medici e infermieri ma ha messo in luce difficoltà e carenze strutturali da far rabbrividire. E’ troppo tempo infatti che alle Scotte manca la programmazione: l’attuale tendenza, forse frutto di ordini regionali, è quella di “razionalizzare” costi e procedure, assumendo ingegneri, anziché medici e infermieri, come se si potesse gestire un ospedale con gli stessi criteri di una fabbrica d’auto, la cosiddetta “organizzazione lean” che, di questi tempi, non è neppure un modello da seguire. E i malati non sono macchine.
Spari anche contro il rettore dell’Università di Siena che ha voce sull’ospedale per la metà della gestione. Le Scotte rischiano di perdere 15 scuole di specializzazione di area medica, come hanno denunciato alcuni professori universitari. E’ la conferma di una ipotizzata volontà di indebolire Siena per salvare parte dell’Università che ha messo sul piatto la salute dei cittadini? Certo è che medicina divisa in tre dipartimenti è più debole di un tempo.