Domani, 25 novembre, la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne 2019 porterà nelle piazze d’Italia uno dei temi più dolorosi della società odierna. Sono molteplici le iniziative, gli eventi, le manifestazioni organizzate nell’occasione, per sensibilizzare le persone sull’argomento e – sopratutto – per incoraggiare tutte quelle donne vittime di abusi e violenze. Un numero che, purtroppo, sale in maniera inquietante. Sulla provincia di Siena, è Annamaria Rallo presidente dell’associazione Donna Chiama Donna a delineare la situazione:
“Nel 2018, sono 60 le donne a cui abbiamo prestato aiuto. Per quanto riguarda il 2019, ancora non abbiamo i dati alla mano, ma ci siamo accorti che i casi sono in sensibile aumento, purtroppo. E’ un fatto che preoccupa. La violenza di genere è un problema culturale ed è difficile arrivare ad un obiettivo”.
Sono sempre di più le donne che arrivano al centro di via Mattioli, quindi, portatrici di violenze e maltrattamenti in ambito familiare o di coppia. Ma il problema si verifica anche negli ambiti sociali, dove esiste un forte divario tra la figura femminile e quella maschile, derivante da un consolidamento di molti stereotipi.
“C’è sempre stato squilibrio tra l’elemento maschile e femminile – spiega Anna Maria Rallo – Con la rivoluzione del ’68 e la venuta del femminismo, tutti i diritti si sono pareggiati su carta, ma il problema culturale procede e stenta a scomparire. Quindi, sulla carta i diritti ci sono, ma solo lì. Questo fenomeno persiste in ogni ambito”.
Un fenomeno culturale che si protrae nel tempo, trasportato forse da una scorretta educazione che parte dalle famiglie stesse. “Lavoriamo molto sui giovani e li vediamo rispondere bene. I maggiori problemi sono nelle generazioni più adulte e se si continua ad educare così, con stereotipi e trasmettendo questo squilibrio, continueranno anche gli episodi di violenza e maltrattamento.
E si abbassa anche l’età media in cui si verificano atti di violenza. Nonostante i giovani rispondano meglio al lavoro di sensibilizzazione portato avanti dall’associazionismo, i rapporti tra i giovani mostrano comunque segni di squilibrio tra i due sessi. “Ci siamo accorti che adesso anche donne più giovani segnalano violenze e maltrattamenti. La fascia di età si aggira dai 30 ai 60 anni, ma ci sono anche episodi tra i più giovani. Se vi è una mancanza di educazione, i rapporti sono squilibrati già da subito”.
Per quanto i fatti non siano incoraggianti, il territorio senese è fortemente sensibile al tema e sia le istituzioni che le associazioni come Donna Chiama Donna, si impegnano per sensibilizzare il più possibile. “L’associazione che rappresento, esiste sul territorio senese da 22 anni. Siena è sensibile e anche lo Stato, nonostante ci arrivino pochissimi finanziamenti. Il Comune ci viene incontro con eventi e progetti. Domani ci sarà un incontro all’area verde di Camollia, nel giardino segreto del tribunale, alle 18.30. ‘Lune Velate’, un evento con la collaborazione di una psicologa e di una pittrice, con un concerto dove verranno presentate storie di donne offerto dalle studentesse del liceo musicale. Sabato 30 novembre, invece, con le guide di Siena verrà fatto un giro turistico della città partendo da Fonte Gaia e seguendo un percorso riguardante donne importanti per la storia di Siena. L’appuntamento è alle 15 davanti alla fonte”.
L’associazione Donna Chiama Donna è presente su Facebook con la pagina che potete trovare QUI.
E’ possibile mettersi in contatto con le volontarie telefonando al numero 347 222 0188 o recandosi alla sede di Via Mattioli 8.
Arianna Falchi