Nella suggestiva cornice della Sala storica della Biblioteca degli Intronati, si è tenuta, ieri pomeriggio, la presentazione di “Viaggio al termine della notte” di Louis-Ferdinand Céline, classico della letteratura francese pubblicato nel 1932, edito nella traduzione italiana da Corbaccio. Iniziativa inserita nel calendario di “Lunedìlibri”, rassegna di incontri ed appuntamenti promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Siena, con la proficua collaborazione dell’Università degli Studi di Siena e il recente coinvolgimento della sezione senese degli “Amici delle Biblioteche (AdB)”.
<< Questa è la prima uscita pubblica dell'Associazione - ha affermato il Presidente di AdB, Stefania Jahier - e ci proponiamo di collaborare con gli Intronati sia in termini di promozione della cultura, sia come luogo di incontro e socialità. Chi fosse interessato a partecipare alle nostre attività e ai nostri gruppi di lettura, può chiedere il modulo di iscrizione al banco della Biblioteca. Stasera abbiamo voluto proporre un approfondimento sul “Viaggio”, non soltanto per la forza narrativa e stilistica del romanzo, ma anche per riflettere sulla complessa, e per certi aspetti scomoda, figura di Louis Céline, a 50 anni dalla sua morte>>.
La presentazione si è articolata sull’intervento di Cathérine Maubon, docente di Letteratura francese all’Università di Siena, intervallato dalle letture di alcuni brani da parte di Ugogiulio Lurini.
Molto apprezzata, da parte del numeroso pubblico presente, anche la scelta di proiettare un’intervista allo scrittore del 1959, realizzata della televisione pubblica francese, << nella quale emerge - ha commentato Cathérine Maubon - l’incontestabile dimensione ironica del personaggio e la sua personalità multiforme >>.
Marcello Flores d’Arcais, docente di Storia contemporanea e Storia comparata, ha invece contestualizzato l’ambientazione storica del romanzo: << La situazione sociale ed economica del tempo risentiva molto della crisi del 1929, anche se i suoi effetti erano più acuti negli Stati Uniti o in Germania, piuttosto che in Francia. Qui, vi era piuttosto una forte instabilità politica, a causa di coalizioni elettorali labili e poco coese >>.
“Viaggio al termine della notte”, per molti aspetti autobiografico, propone un viaggio-delirio fra le contraddizioni e le ipocrisie dell’inizio del XX secolo: gli orrori della trincea della Prima guerra mondiale, la ferocia dello sfruttamento coloniale, il degrado delle metropoli moderne e dei sobborghi operai, gli incubi tayloristici delle catene di montaggio, l’avvento di una piccola borghesia cinica e faccendiera. La storia si sviluppa intorno alla figura del dottor Bardamu, medico professionista, sorta di alter ego dell’autore che permette a Céline di riversare nel romanzo la sua carica sovversiva nei confronti dell’ordine sociale e dei canoni letterari dell’epoca.
<< Céline scandalizza perché rompe lo scarto tra morale e letteratura – ha affermato Cathérine Maubon - La forza dirompente del “Viaggio” e le origini del suo successo, che lo rendono ancora attuale, non stanno tanto nel materiale narrato, quanto nelle forme espressive del romanzo, attraverso le quali sferra un attacco dirompente alla lingua e agli ambienti accademici ed elitari del suo tempo, quelli in cui si parla con l'accento distinto di chi dà gli ordini ai domestici>>.
Rimproverato da gran parte della sinistra ufficiale per abdicazione e nichilismo e, da destra, per gli eccessi di colore e spirito eversivo, l’opera di Céline riscosse anche un apprezzamento altrettanto trasversale dai movimenti anarchici ed anticolonialisti, dagli ambienti cattolici più progressisti, fino alla destra individualista.
<< Il giudizio complessivo su Céline risentì, comunque, e risente tuttora, della successiva pubblicazione di tre pamphlet razzisti ed antisemiti, mai rinnegati – ha aggiunto Stefania Jahier - tanto che abbiamo scoperto che il Ministero della Cultura francese non ha voluto dedicargli alcuna celebrazione per l'anniversario della sua scomparsa >>.
<< Quello del “Viaggio” - ha concluso Oscar Di Simplicio, rappresentante di AdB e autore di “Luxuria: eros e violenza nel Seicento”, volume che sarà presentato lunedì prossimo nell’ambito della stessa rassegna - è un grido che, per tono linguistico e carica sociale, oggi potrebbe interpretare benissimo la rabbia e la protesta del movimento degli indignados >>.