Il processo di revisione dello Statuto della Fondazione MPS è arrivato al termine senza che, in conseguenza del commissariamento, il Comune di Siena potesse intervenire nel dibattito.
Sarebbe stato sicuramente più opportuno attendere l’elezione del nuovo Sindaco per dare piena legittimità ai cambiamenti.
Sulla Fondazione gravano evidenti responsabilità legate all’indebitamento eccessivo ed alla concentrazione del patrimonio in un solo bene, le azioni di Banca MPS.
L’errore più grande è stato quello di fidarsi della precedente dirigenza di BMPS ed anche delle autorità di controllo nazionali che sono venuti, tutti, clamorosamente meno al proprio dovere.
Le variazioni introdotte allo Statuto della Fondazione sono, comunque, in larga parte condivisibili oltre che obbligatorie per il nuovo quadro legislativo, e la Deputazione è pervenuta a questo risultato ascoltando le osservazioni degli enti consultati e del Ministero dell’Economia.
E’ stata definita la parità fra deputati designati dagli Enti Locali e gli altri in rappresentanza di enti e associazioni di rilevanza nazionale ed internazionale. Il numero dei deputati è stato ridotto, così come i loro compensi, sono stati introdotti nuovi criteri di competenza, incompatibilità ed ineleggibilità.
Sono poi certo che la procedura trasparente e pubblica di selezione dei nuovi deputati di spettanza comunale mi aiuterà nel prossimo mese di luglio a scegliere uomini e donne professionalmente validi, leali al mandato programmatico che riceveranno, e capaci, insieme al resto della nuova Deputazione, di interloquire in modo efficace con il management di Banca MPS per trovare nuovi soci affidabili nel caso si dovesse confermare la necessità di aumento del capitale da parte di MPS.
In questo momento la priorità è quella di tutelare al massimo possibile il patrimonio della Fondazione, affinché non venga meno il suo ruolo di azionista di riferimento della banca e la sua capacità di essere soggetto prezioso per lo sviluppo del territorio sotto ogni profilo, economico, culturale, artistico, sociale, ecc.
Credo anche che sia venuto il momento per la Deputazione in carica di completare la valutazione in corso sull’azione di risarcimento verso i soggetti che hanno posto in essere operazioni ingannevoli contro la Fondazione e pertanto, al pari di quanto è stato già fatto in Banca MPS, di assumere decisioni definitive.
Per raggiungere l’obiettivo di far restare la Fondazione azionista di maggioranza relativa in MPS, la banca deve aumentare il suo valore in Borsa, ma è passato troppo poco tempo dalla concessione degli oltre 4 miliardi di Monti Bond per concretizzare il processo di risanamento e rilancio, mentre intanto Commissione Europea e Banca d’Italia incalzano per procedere ad un aumento di capitale.
Il Governo italiano deve intervenire per aiutare la terza grande banca nazionale in questa complessa operazione di riposizionamento, nell’interesse dei risparmiatori e delle imprese italiane che hanno bisogno di banche efficienti e patrimonialmente solide.
Si legge che non si trovano operatori interessati all’ingresso nel capitale azionario di MPS, spaventati anche dalla crisi economica e finanziaria italiana, ma allora non ha senso insistere adesso sulla rimodulazione del limite al 4% della partecipazione azionaria. Fra l’altro Unicredit ha modificato solo nel maggio 2013 il proprio statuto, lasciando comunque una soglia massima di partecipazione del 5% per qualsiasi socio.
Credo pertanto opportuno che Banca MPS si astenga da richiedere variazioni al proprio statuto finché non saranno stati rinnovati gli organismi dirigenti del suo principale azionista, che riceveranno un nuovo mandato dopo le tempeste degli ultimi anni. Si tratta di aspettare fino ai primi di agosto.
Ripeto che l’obiettivo è tornare prima possibile alla redditività ed al conseguente aumento del valore di Borsa, mettendo a frutto il piano di riorganizzazione e gli auspicabili benefici delle politiche del Governo Letta sul miglioramento del rischio-Paese.
L’interesse della nostra comunità è quello di avere soci stabili, non soci o Fondi speculatori, magari attratti dalla prospettiva di poter sfruttare nel tempo il vantaggio fiscale di spalmare sugli utili futuri 7-8 miliardi di perdite pregresse. In fondo tutte le grandi banche nazionali godono di un azionariato stabile, garantito proprio dalla presenza di Fondazioni territoriali e penso che il Governo abbia bisogno di banche italiane sane, dotate di governance affidabile e orientate al servizio all’economia produttiva.
In questo senso, Banca MPS dovrebbe orientarsi a migliorare i ricavi piuttosto che ostinarsi a tagliare costi, rischiando di demotivare i dipendenti con operazioni di facciata, ma senza ritorno economico significativo, come le esternalizzazioni di segmenti di servizi. La campagna elettorale è conclusa, adesso il territorio senese deve responsabilmente aiutare MPS a superare questa fase di difficoltà, restituire il prestito governativo oneroso, ritrovare la redditività perduta, irrobustirsi patrimonialmente anche con l’ingresso di nuovi soci che la nuova Fondazione ed il Cda della banca potranno cercare insieme allo scopo di stabilire un nocciolo azionario stabile, interessato a far tornare Banca MPS la banca preferita da famiglie e piccole e medie imprese.