“Mps, nel mio auspicio, tra cinque anni, sarà una banca indipendente, basata a Siena, con molti meno sportelli, con una qualità e una tecnologia di servizi migliori. Per fare questo il conto economico dovrà essere in utile e dovremo ridurre i costi, fare un aumento di capitale consistente, ridurre l’impatto della Fondazione in termine di capitale sociale. Alla fine del percorso la Fondazione sarà sensibilmente sotto il 10 per cento, e’ la matematica che lo dice. L’alternativa e’ di essere comprati”. E’ stato questo uno dei passaggi più rilevanti dell’intervista di Sergio Rizzo, giornalista del Corriere della Sera ad Alessandro Profumo, presidente Banca Mps che si è svolta ieri, mercoledì 14 agosto alla Festa del Pd di Siena.
Siena è un città che ha avuto forti aspirazioni e ambizioni. “Babbo Monte – ha poi detto Profumo usando una tipica espressione senese con cui ci si e’ sempre riferiti alla banca – ha finito i soldi, e’ un dato di fatto: non li ha finiti Profumo ma sono stati finiti sulla base di una serie di scelte che la comunità locale ha fatto. Ora bisogna avere la capacita’ di ripensarsi, la sfida e’ positiva. Non bisogna recriminare e guardarsi indietro ma lavorare per fare leva sui tanti punti di forza che ci sono, anche a Siena. Questa città ha avuto forti aspirazioni e ambizioni nel passato che le hanno permesso di avere istituzioni prestigiose e ben superiori alla sua dimensione territoriale. La capacità di ripensare al futuro sarà determinante ora che le risorse non ci sono più”.
Mps vede un valore aggiunto nella città di Siena. “Io mi auguro – ha detto Profumo – che la Banca resti a Siena perché la città fa parte della sua identità. Ogni organizzazione ha elementi identitari, per noi Siena è importante. E’ chiaro anche che occorre cambiare una mentalità che fa parte del passato. Mps è una Banca sul mercato che ha ricevuto 4 miliardi dallo Stato, che deve discutere con l’Ue. E’ patologico che siano rilasciate dichiarazioni da parte di chi rappresenta le istituzioni locali che rischiano di danneggiare la comunità. E’ patologico, fa parte del passato e occorre cambiare questo atteggiamento”.
Soci stranieri. “Se esistono gruppi stranieri interessati alla Banca ben vengano, ma mi sembra molto strano che non parlino con chi in questo momento detiene il 33 per cento delle azioni di Mps o non parlino con la Banca stessa. Parlare e’ più facile rispetto a mettere soldi sul tavolo. Se ci fossero soci interessati oltre ad andare bene a noi dovrebbero andare bene anche alla Banca d’Italia. Io non sono andato a cercare nessuno perchè la situazione di estrema incertezza non ce lo permette”.
Gli errori del passato: le logiche di appartenenza e Antonveneta. Nel corso dell’intervista di Sergio Rizzo, il presidente di Banca Mps ha parlato anche della situazione attuale e delle cause che l’hanno determinata. “Quando le scelte delle persone – ha detto Profumo – sono basate su logiche di appartenenza, qualunque essa sia e non sulla capacita’, si finisce per mettere insieme delle persone che privilegiano appunto la logica dell’appartenenza ed e’ quello che e’ stato fatto al Monte dei Paschi, un problema rilevante. L’altro aspetto critico – ha aggiunto – e’ stato l’acquisto di Antoneveneta per cassa, i cui problemi si stanno verificando anche oggi”.
Profumo ha anche parlato delle sue incertezze sull’accettazione dell’incarico di presidente: “Prima di accettare ho detto di no per due mesi, e in quel periodo ho avuto molte sollecitazioni, anche politiche e poi ho sentito che fosse necessario dare il mio contributo. Fino ad oggi abbiamo fatto un ottimo lavoro, specie sui tagli dei costi. Senza Viola e il sottoscritto oggi la banca non esisterebbe visti i problemi consistenti e la probabilità di nazionalizzazione che era estremamente forte. Abbiamo oggi molte più probabilità di riuscire ad evitare la nazionalizzazione ma non abbiamo ancora la certezza”. Sono convinto che si possa restituire il prestito di Stato, ma non ho la certezza che ci si riesca: il contesto esterno non ci aiuta”.