Circolo Città Domani: ‘La responsabilità della crisi è interamente del Partito democratico’

Siena

Nel consiglio comunale di lunedì 21 maggio si è consumato l’atto finale di una politica ventennale che ha depauperato il patrimonio economico e il tessuto democratico della città.

Una città che ha sempre rifiutato di essere governata da un Principe, negli ultimi vent’anni si è vista imporre da un ristretto gruppo di potere di cui Ceccuzzi è stato il fulcro principale, una serie di scelte calate dall’alto, sulle quali si è cercato di costruire un consenso passivo basato su piccole e grandi elargizioni, distribuzione di incarichi e accomodamenti amichevoli. Principi e Principini si sono alternati sugli scranni più alti del potere, cercando di far dimenticare alla città la forza ed il valore della sua storia di partecipazione democratica.

Ora che i guasti di questa politica sono sotto gli occhi di tutti, che la Banca porta all’approvazione un bilancio con un forte passivo, che la Fondazione ha sperperato un patrimonio accumulato nei secoli, che il Comune non riesce più a far quadrare i conti di una gestione poco oculata, che il grasso è finito, si scatena la guerra per bande.

Nessuno riesce più ad esprimere una visione generale ed un indirizzo coerente. Verso la Fondazione non si fa altro che rivendicare l’erogazione di fondi, facendo finta di non sapere che in questo modo si compromettono le prospettive per il futuro e di dimenticare che i disastri come l’acquisto di Antonveneta sono stati realizzati con il consenso ed il pieno avallo del Principe e della sua corte.

La responsabilità della crisi che si è aperta è interamente del Partito Democratico, che ha assemblato al suo interno componenti geneticamente e storicamente incompatibili, che alla resa dei conti dimostrano la loro impossibilità a convivere e perseguire obiettivi condivisi e politicamente rilevanti.

Il Principe che fino ad ieri ha gestito accordi e compromessi tutti finalizzati a costruire il consenso e precari equilibrismi di potere, non si può oggi stupire se il suo castello di carte sta crollando.

La classe dirigente senese nel suo complesso ha bisogno di una profonda rigenerazione. Al centro deve essere posta la passione per l’interesse pubblico, la competenza, la dedizione disinteressata. Tutte componenti che negli anni sono state metodicamente accantonate, emarginando ogni figura che fosse espressione di pensiero critico e di capacità propositiva, che si ponesse fuori dal coro.

Oggi Ceccuzzi dice che gli sono state tarpate le ali dell’azione di rinnovamento che aveva intrapreso.

Ma quale rinnovamento? Dov’è stata la partecipazione democratica, il dibattito pubblico, il coinvolgimento attivo delle forze politiche e dei cittadini? Per il Consiglio del Monte dei Paschi si pensa che sia stato sufficiente mandare un emissario nella deputazione amministratrice della Fondazione, con nelle tasche un foglietto contenente i nomi usciti dal cilindro delle sue personali relazioni ed intuizioni, per cambiare qualcosa? Qualcuno in città ha potuto discutere di criteri, professionalità, curriculum? A noi risulta un rinnovamento solo di facciata, fatto solo per gettare un po’ di fumo negli occhi.

Non c’è nessun rinnovamento se il metodo non cambia, se il Principe continua a decidere da solo o con il conforto dei suoi fedelissimi. Del resto come è possibile che chi ha costruito e gestito negli anni un sistema di complicità, di ricatti e di minacce, possa ora ergersi a nume tutelare del nuovo che avanza? Un po’ di pudore, in certi momenti, non farebbe scomodo.

Anche nell’ultima occasione il nostro non ha mancato di fare di testa sua, revocando le elezioni delle consulte territoriali fissate per il 27 maggio, senza parlarne con nessuno. Eppure le elezioni erano state convocate dal Consiglio Comunale, che ha avuto solo una comunicazione a cose già decise. Forse si pensava che a caldo ci sarebbe state ripercussioni negative per la coalizione di centro sinistra? Il solito modo per sottrarsi al giudizio dei cittadini?

Il Gruppo Consiliare di Sinistra per Siena ha mantenuto una posizione salda e chiara: non c’erano gli elementi per approvare un bilancio non veritiero, si è votato contro. Molte ed insistite pressioni ci sono state rivolte, in nome di una malinteso senso di responsabilità e per evitare un Commissariamento del Comune descritto come il peggiore dei disastri. Crediamo che la nostra fermezza abbia costituito un punto di riferimento anche per altri e del risultato portato a casa siamo decisamente soddisfatti. Le opposizioni hanno fatto il loro mestiere, e nessuno deve menare scandalo.

Le conseguenze per la città sono certamente molto serie, ma la priorità in questo momento era di portare un attacco il più duro possibile al sistema che ha fatto degradare la vita sociale e politica di Siena. Un po’ di astinenza dal potere non potrà che far bene ad una classe politica viziata dagli anni dell’abbondanza che oggi sono finiti.

Se la città riuscirà a tagliare fuori dal giro del potere i Ceccuzzi ed i Monaci sarà tanto di guadagnato per la costruzione di un futuro in cui emergano le forze più sane e responsabili.

Se inizierà a sfaldarsi quell’intreccio di complicità e quel groviglio perverso che ha minato così profondamente la società senese potremo dire di aver avvicinato il nostro obbiettivo, che in tempi non sospetti abbiamo indicato, e cioè la questione etica che è divenuta il principale problema della città.

Da qui il nostro impegno a costruire, fin dai prossimi mesi, uno schieramento nuovo di energie autenticamente rinnovatrici, democratiche e di sinistra, che possa costituire un punto di riferimento per chi ha a cuore una città che, coerente con il suo passato e la sua storia, sappia costruire un futuro giusto, solidale, attento ai bisogni di tutti, con una costante e vigile partecipazione popolare.

 

Circolo Città Domani –Lista Sinistra per Siena