Settanta dipendenti della Securpol – tanti ne conta la sede di Siena – sono in bilico e non sanno se in questi giorni potranno continuare a lavorare. Entro il 25 luglio verrà deciso sul loro futuro prossimo.
Il mondo della vigilanza privata è davvero un settore lavorativo a sé: tra accordi e contratti che nel tempo non hanno mai definito il ruolo di questi lavoratori. Indossano una divisa portano una pistola ma non sono equiparati come ruolo a quello delle forze di polizia. Ma oggi loro non pensano a questo bensì a cosa accadrà se non andranno in porto le attuali trattative sindacali. I settanta dipendenti della sede di Pian dell’Olmino hanno numerose vigilanze in giro per la provincia: il palazzo di giustizia, Banca Monte dei Paschi, la Calp a Colle val d’Elsa, la Novartis e tante altre ancora. Vigilanze già pagate eppure pare non ci siano i soldi per pagare gli stipendi ai dipendenti. Il travaglio di queste ore è legato alla sede di Roma entrata in un’indagine del nucleo della polizia tributaria della capitale che lo scorso 19 giugno eseguirono tre misure cautelari nei confronti di altrettanti vertici.
I lavoratori sono disperati: “nessuno ci dice come stanno realmente le cose, sappiano solo che siamo in bilico. Ci siamo proposti per fare una cooperativa per salvare il nostro lavoro, ma pare che questa strada non sia percorribile. Molti di noi sono soli a lavorare nelle rispettive famiglie e senza il loro stipendio…” La voce si strozza in gola al pensiero che nessuno di loro sa cosa potrà accadere.
Cecilia Marzotti