Rita Petti: ‘Noi scommettiamo sul futuro del Santa Maria della Scala’

 

Santa Maria della Scala

La cultura senese è ricca perché non è apparato esteriore alla vita, ma è formata da tanti elementi interdipendenti e in relazione tra loro. Cultura a Siena sono il volontariato religioso e laico; le associazioni che operano nel sociale; il variegato mondo dei movimenti femminili; le contrade; le compagnie teatrali; le realtà musicali; il paesaggio; tanto quanto i musei e le prestigiose collezioni, e più del mito gotico su cui la città ha costruito il proprio epos. La cultura senese è a dimensione umana, modello sostenibile di benessere.

È proprio nel Pellegrinaio del Santa Maria della Scala che si trova simbolicamente rappresentata l’identità culturale di Siena: nell’intrecciarsi di arte, cura, accoglienza, rappresentatività, confronto, scambio, bellezza. Se la candidatura di Siena a capitale della cultura europea è un percorso di pedagogia culturale, un’occasione per rievolverci, allora il complesso museale del Santa Maria della Scala ne costituisce il cuore e il simbolo: un luogo nato per il mondo, città nella città, forte perché aperto al mondo.

Il cambiamento nel modello di gestione del Santa Maria proposto dall’atto di indirizzo deliberato dalla giunta comunale di Siena nei giorni scorsi è un’occasione per ridefinire un modello di competitività locale, una scelta strategica che vuole scommettere sul futuro, progettando a lungo termine per costruirlo. La fondazione di partecipazione è un istituto giuridico di diritto privato che costituisce un nuovo modello, diffuso e di successo, nella gestione del patrimonio culturale e del ‘no-profit’ in genere, che consente maggiore autonomia operativa rispetto all’istituzione e si apre alla compartecipazione con il privato.

La potenzialità attrattiva e le dimensioni del Santa Maria costituiscono un ‘fuori scala’ ingestibile economicamente da parte del solo Comune. La gestione diretta ha avuto i suoi pregi ma ha anche mostrato i propri limiti. La nuova fondazione gestirà e valorizzerà il patrimonio culturale del Santa Maria in modalità di compartecipazione, coinvolgendo altri enti pubblici, soggetti privati, imprese senza fini di lucro con possibili sinergie con progetti di parternariato pubblico-privato, sempre operando in base allo statuto redatto dal comune di Siena, unico socio fondatore. La proprietà dell’immobile, la sua conservazione e restauro sono e rimarranno in capo al comune; alla Fondazione spetteranno la gestione del complesso e dei servizi culturali ad esso collegati.

La proprietà dei nostri beni, il rapporto con il privato, non sono né totem né tabù, ma aspetti da gestire con consapevolezza, responsabilità, lungimiranza e soprattutto competenza. L’obiettivo è che il Santa Maria della Scala possa tornare a far parte della vita dei cittadini di Siena.

 

Rita Petti

Presidente della commissione cultura del comune di Siena