La Terra vista con gli occhi di un uomo del XVI secolo

Qual era l’idea della Terra che avevano gli uomini occidentali nel XVI secolo? Per rispondere a questa domanda basta guardare il volume Theatrum Orbis Terrarum di Abrham Ortelius. Una copia di questo libro, pubblicato nel 1584, è conservata nella Biblioteca dell’Accademia Chigiana ed è stata appena restaurata. Domani alle 18.15 Tarcisio Lancioni e Stefano Jacoviello, semiologi dell’Università degli Studi di Siena, ne parleranno a Palazzo Chigi Saracini. Le immagini cartografiche delle terre allora troppo lontane per essere conosciute direttamente dai più verranno messe a confronto con i suoni delle musiche provenienti dalle colonie, dal XVI al XVIII secolo.

Il libraio fiammingo Abraham Ortelius, nato ad Anversa nel 1528, dopo molti viaggi e contatti aveva raccolto una straordinaria collezione di carte geografiche. Le fece incidere tutte alla stessa scala per pubblicarle insieme nel Theatrum Orbis Terrarum, del 1570. Per la prima volta tutte le terre del mondo si affacciavano come immagini dalle pagine di un libro, disposte a farsi esplorare da chiunque volesse guardarle, anche senza viaggiare. Le edizioni del Theatrum successive al 1570 avrebbero permesso di confrontare le nuove carte con le rappresentazioni più antiche, le descrizioni e gli elenchi, raccogliendo così la memoria del sapere sul mondo attraverso le epoche. La geografia acquisiva una dimensione storica.

Pur essendo il primo atlante moderno, in esso accanto alle nuove scoperte geografiche appaiono ancora alcune terre misteriose. Nel volume della collezione Chigi Saracini compare curiosamente anche una carta del territorio sotto il governo di Siena, di fattura sicuramente precedente alla pubblicazione.

Per qualche anno Ortelius ottenne il monopolio della pubblicazione di atlanti, impedendo ai suoi concorrenti di stampare altre carte, e consolidando una visione che da allora in poi farà testo per le immagini del mondo, fino al momento in cui si potrà osservare la terra dal cielo.

L’ingresso è libero. Per informazioni: www.chigiana.it.