Maria Pia Corbelli e il Festival dedicato a Tarkovskij

Intervista alla presidente del “Terra di Siena Film Festival”, in occasione del ventennale della rassegna cinematografica.

Maria Pia Corbelli

Maria Pia Corbelli

Venti edizioni, tanti film e un’enorme passione. E’ tutto quello che ci mette Maria Pia Corbelli nel “Terra di Siena Film Festival”, che quest’anno celebra il ventennale di un’avventura nata nel 1996. Fra ospiti italiani e internazionali di rilievo, una star è attesa sabato, nell’edizione 2016 della rassegna cinematografica ci sarà anche l’omaggio a uno dei più grandi registi di tutti i tempi, Andreij Tarkovskij.

Maria Pia Corbelli, cosa sono state per lei le venti edizioni di “Terra di Siena Film Festival?
«Una grande fatica e un grande sacrificio. Nemmeno quaranta tori di Wall Street messi assieme ce la farebbero. Sono consapevole delle mie energie e delle mie capacità di organizzatrice».

Qual è il suo ricordo personale più bello di questi vent’anni?
«Ce ne sarebbero tanti, ma la cosa che preferisco è un episodio legato all’attore americano Willem Dafoe. Nel 2002 venne a Siena, ospite di Ferragamo all’Osteria Le Logge, e vide la locandina del “Terra di Siena Film Festival”. Arrivò al Pendola con Dustin Hoffman, durante la proiezione del film “Aprimi il cuore” di una giovane regista e attrice, Giada Colagrande. Dafoe rimase incantato dalla pellicola e mi chiese di conoscerne l’autrice. Chiamai la Colagrande al telefono e lei, incredula, mi chiese se fosse uno scherzo. Lui si mise ad aspettarla sulle panchine di legno nel corridoio del cinema. Si conobbero , vennero a cena con noi alle Logge, allora c’era sempre Gianni Brunelli, e alla fine si scambiarono gli indirizzi. Per farla breve: oggi sono marito e moglie. Dafoe, per questo, si ricorda sempre di Siena e non è un caso che all’interno del Festival ci sia la prima mondiale, sabato sera alle 22.30, del film “Dog Eat Dog” da lui interpretato insieme a Nicolas Cage».

Com’è impostata questa edizione del Festival?
«Da due anni il direttore artistico Antonio Flamini ha deciso di approfondire le opere prime e seconde del cinema italiano, non tralasciando i film europei e internazionali. Ci sarà “Cain” di Marco Filiberti, che ritorna al Festival dopo aver vinto nel 2009 il premio del pubblico, c’è “My Italy”, opera prima di Bruno Colella, c’è stato ieri “Prima di lunedì”, di Massimo Cappelli con Vincenzo Salemme e Martina Stella, e c’è anche il film “Mata Hari”, con un’inedita Elisabetta Gregoraci. Ci sarà anche “Indro”, un docu-film in concorso di Samuele Rossi su Montanelli».

Ci saranno ospiti a sorpresa?
«Stiamo aspettando un artista internazionale di cui, però, al momento non possiamo rivelare il nome. Sabato sarà alla Chigiana a ritirare un premio».

In chiusura del Festival ci sarà un momento dedicato al grande regista russo Tarkovskij…
«Andrej Tarkovskij junior ha dichiarato di essere onorato che inizino a Siena le celebrazioni per il trentennale della scomparsa del padre. Per l’occasione verrà proiettato “Nostalghia”, girato tra la Val d’Orcia e l’Abbazia di San Galgano. Tarkovskij junior sarà presente alla proiezione».

Emilio Mariotti