E’ Palio: mi annodo sul tuo cuore, di nuovo, per sempre

Lo incontriamo da piccini, la prima volta che abbracciamo i colori della nostra contrada. Da quel momento, ad ogni Palio, sarà sempre con noi, a proteggerci le spalle.

Ti ricordi quando ci siamo incontrati per la prima volta?

Ti ho abbracciato le spalle, così piccine che mi c’è voluto proprio poco. Con quell’occhi grandi, vedevo i miei colori riflessi e mi so’ sentito importante, perché sapevo che ero il primo e che non mi avresti mai dimenticato, come un grande amore! Quelle spalle, le ho sentite crescere di anno in anno, ti sei fatto grande nel giro di poco e la sentivo la tu’ mamma sai, quando ti berciava di non corre e di stà attento dietro al cavallo. Quan’eri piccino, ero quasi troppo grosso per te, m’hai fatto cascà per terra du’mila volte… Lo so che dice un’ mi si debba lavà, che per il Palio porta male, ma te ne sei un poinino approfittato!

Poi sei cresciuto, quelle spalle piccine so diventate ruvide e io mi ci so appoggiato timido, sicuro, mi ci sentivo protetto. A volte, t’ho asciugato le lacrime e mi ci veniva da piange anche a me, mi stringevi tra le mani con il viso affondato proprio sullo stemma e piangevi, piangevi, Madonna quanto piangevi! Invece, qualche volta, piangevi e ridevi e io un ci capivo nulla, in mezzo a tutta quella gente che cantava e si spingeva, qualcuno m’ha dato anche qualche strattone manca poco mi strappa!

Io e te un ci si vede spesso. Ma lo sai che succede oggi? Oggi torno sulle tue spalle. Torno a sentì che tremi dall’emozione, annodato per bene e sollevato dal vento, torno a vedè il sole che brucia l’attesa infinita e ti prometto che cercherò di farmi leggero, pe’ un’ fatti patì il caldo. Ma te, però, promettimi che mi sventolerai verso il cencio, che mi terrai al collo per vedè la Piazza immersa nell’oro, che mi farai assaporare i canti e le infinite attese. Promettimi che staremo insieme ad apettare il cavallo, che mi terrai di conto e che mi porterai con te anche quando Sunto sonerà il suo ultimo rintocco e calerà il silenzio e alla fine, quando vedrai quel nerbo alzato, promettimi che mi porterai in Provenzano e ringrazieremo insieme la Santa Vergine, la tu’ voce e la mì seta.

Oggi, amico mio, mi annodo sul tuo cuore, di nuovo, per sempre.

Il Fazzoletto.

(Arianna Falchi)