“Sotto a quei costumi, il caldo non esiste, c’è solo l’onore”.
Onorati. È cosi che ci si sente a vestire i straordinari costumi storici che fanno parte di una delle più emozionanti rappresentazioni culturali di sempre: il Corteo storico. Onorati, ci sentiamo anche noi, entrando nelle sale dei costumi, da Piazza del Mercato: alcuni degli spazi degli antichi magazzini del sale, dove affluiva la ricchezza che rese fulgida Siena.
L’odore della pelle ci avvolge, la bellezza dei costumi affascina. Cosi vogliamo raccontare con un occhio privilegiato l’enorme lavoro che sostiene la magnificenza del costume storico senese.
Ci accolgono la mattina presto con una cordiale disponibilità le dipendenti del comune che costituiscono parte dell’Ufficio dell’Economato, Laura Guidolotti e Rita Bianciardi. Le sale, appena sottostanti a Palazzo Pubblico, sono estremamente suggestive, piene di simboli e rimembranze storiche. In queste sale sono gelosamente custoditi i costumi storici del comune, utilizzati sia per il Corteo storico, sia per altri avvenimenti extra Palio, come le celebrazioni per Santa Caterina e Sant’Ansano. La bellezza è resa ancora più affascinante dalla tempistica della visita, a pochi giorni dal Palio del 16 agosto, in cui si ha una mole di lavoro notevole e si percepisce l’emozione e la dinamicità elettrizzante che scorre in queste stanze. Ma facciamo un passo indietro doveroso.
Che cos è il corteo storico?
Il corteo, o passeggiata storica è la solenne coreografia che precede la corsa del Palio. Una raffigurazione commemorativa delle istituzioni, dei costume e della grandezza della Repubblica Senese e della bellezza delle sue contrade. Nel corteo si riscoprono le radici e la tradizione, che rivivono ancora ai giorni nostri. La sfilata ha luogo in piazza del campo, e prevede quattordici gruppi con più di 600 figuranti. Di questi, 300 sono rappresentanti del Comune e gli abiti sono curati dalla sarta Laura Guidolotti, una straordinaria professionista con una sensibilità rara. Lei è la diretta responsabile della cura dei costumi, dal lavaggio alla cucitura, tutto rigorosamente a mano. Per i non senesi, è d’obbligo una puntualizzazione: il Palio non è una manifestazione turistica. Il Palio fa parte della naturale vita della città di Siena e dell’anima dei senesi in un evento che vive tutto l’anno, sin dalle sue origini remote che risalgono al 1644, anno in cui venne corso il mio primo Palio coi cavalli. Questi costumi rappresentano la magnificenza della storia di Siena e costituiscono un vero e proprio racconto.
L’ultimo rinnovo risale al 2000, seguente ai rinnovi del 1980, del ’55, del ‘28 e 1904, quest’ ultimo particolarmente suggestivo, data la perfetta conservazione di qualche esemplare, che abbiamo avuto modo di osservare attraverso delle teche di vetro all’interno dell’edificio. La datazione di riferimento per l’ultimo rinnovo risiede tra il 1450 al 1520, prendendo come modelli iconografici i dipinti di Piero della Francesca e Paolo Uccello. Costumi in cui la moda si esprimeva linearmente non avendo ancora quell’imponente fisionomia tipica rinascimentale, ma conservava una delicata raffinatezza. Il costume del paggio, per esempio, con berretto nero e farsetto bianco, che si rifà a una tela di Baldassare D’Este del 1478, personifica questa delicatezza. Il rinnovo del nuovo millennio ha conservato le stoffe pregiatissime, sapientemente lavorate, e le armature in ferro, aggiungendo tessuti più leggeri e moderni per ragioni di comodità e leggerezza. È indescrivibile la bellezza di stare in una stanza con tanta storia. Davanti a noi tutti i costumi, gelosamente custoditi da grucce ordinate. Osservare i dettagli, ammirare le cuciture a dito e toccare i tessuti, esempio straordinario di artigianalità Made in Tuscany, che rimane a filiera corta, non ha prezzo. I velluti e le stoffe esaltano l’artigianalità toscana, che cerca di privilegiare le materie prime locali di eccellenza come il Pellame di Colle Val D’Elsa e di Santa Croce sull’Arno, la seta fiorentina o i pregiatissimi broccati senesi e fiorentini.
Laura è una donna straordinaria, una professionista competente e un’artigiana ispirata da una passione. Dal suo sorriso e dalle mani esperte trapelano l’amore e la dedizione verso un lavoro che non è solo lavoro, ma una missione: quella di ridonare il giusto splendore ai costumi che rappresentano una città intera e secoli di gloriosa storia, occasione dopo occasione. amore che traspare anche dalle sue parole, quando proviamo a capire di più: già arricchiti da una scoperta così particolare e suggestiva, che apre un mondo nuovo al di là del Palio che tutti conoscono, riusciamo ad entrare con tutti e cinque i sensi dentro una Festa che va vissuta. Raccontarla non basta, vederla in tv non basta. C’è una vita dentro tutto questo, una storia dietro tutto questo.
Laura, è stupefacente che per la mole di costumi e di lavoro, ci sia solo lei come sarta. Che cos’è che la motiva?
‘Ci vuole passione, tanta passione. E’ un lavoro di amore. Amore verso i costumi, le stoffe, la tradizione, il Palio. E’ un lavoro straordinario, di grande responsabilità, sicuramente non sotto ai riflettori, quindi spesso non giustamente riconosciuto. In queste sale c’è un lavoro immenso e costante. E’ un mestiere che si impara sul campo. I costumi sono complessi, dai manicotti, alla camicia, alle scarpe, ai cappelli fino alle cinture. E ogni elemento richiede la mia massima attenzione e cura. Io li coccolo, i costumi.’
Qual è l’aspetto più emozionante del suo lavoro?
‘Sicuramente la cucitura del Palio, del drappellone. Anche di quello mi occupo. Non mi fa dormire la notte! Sono sempre estremamente emozionata, come se fosse la prima volta. Sento l’adrenalina, l’onore e l’ònere di cosa comporta un privilegio tale. Ci lavoro 4 giorni, assiduamente, con la massima concentrazione dalle 7.30 alle 6 del pomeriggio. Uso il filo di lenza con un punto finissimo in modo che non si veda. Un lavoro certosino. Finita la cucitura, segue il montaggio dell’asta, che deve essere un’asta particolare e flessibile. E’ sempre un’emozione straordinaria ed è per me il momento di tensione massimo. Sicuramente un punto di vista differente rispetto a chi vive il Palio fuori’.
Questo lavoro rappresenta un unicum di massima competenza e dedizione. E dopo di lei? Ha mai pensato a come sarà nel futuro, quando passerà il testimone?
‘E’ un lavoro di massima dedizione in cui non bisogna solo saper cucire. E’ un lavoro unico che si impara sul campo, da vero artigiano. Devi avere un amore innato per il costume storico e ci vuole anche una certa prestanza fisica. E’ un logorio di mani e di occhi. Ma è ciò che comporta un lavoro cosi prestigioso, perché sono l’unica sarta ad occuparsi di questi abiti e quando passerò il testimone alla prossima generazione dovranno essere in grado di gestire lo stress e la capacità manuale. ‘
Onore e orgoglio. Sono queste le parole che rimangono più vive alla fine di questa visita privilegiata nel dietro le quinte della Passeggiata Storica. Costumi maestosi, armature grandiose e rigorosamente sgrassate a mano con dedita attenzione, elmi mozzafiato e balestre che intimoriscono. Perché il costume storico non è una passeggiata in maschera, non si scherza. Gli elmi pesano davvero e i pugnali tagliano, ed è perciò che troviamo un piccolo chiodino di sicurezza. Il costume è realtà, è rappresentazione dell’orgoglio, tangibile, di secoli di appartenenza a qualcosa d’autentico. Orgoglio senese di far parte di qualcosa di estremamente raro, un passato vivo e vibrante nel presente. E l’onore per chi, non senese, ha la possibilità di assaporare almeno un po’ di questa storia, che trova forma in abiti intrisi di cultura e tradizione.
Miriam Bakkali