Palio: Aquila e Drago, la sorte è un volo. Ma guarda a terra.

La sorte fa saltare i popoli di Aquila e Drago, la Lupa esulta e plaude al ritorno di Penelope

Il Palio dei ritorni. Cavalli, fantini, emozioni. Torna un lotto capace di far saltare i popoli, torna Andrea Mari detto Brio dopo la squalifica, tornano situazioni che sembravano passate e invece sono più presenti che mai.

Tutto corre veloce in questa giornata del 13 agosto: la scelta dei dieci cavalli che saranno al canape, l’assegnazione e anche il valzer delle monte si chiude in appena un’ora.

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Un lotto come da tempo si aspettava, nomi che fanno salire brividi e speranze. Nel giorno che sancisce la prima importante fase del Palio,  le emozioni esplodono rompendo il silenzio dell’attesa e sono quelle del popolo dell’Aquila, la Contrada che da più tempo non esce vittoriosa da Piazza ma anche della Lupa, freschissima invece del trionfo di luglio, dove ritorna la bella Preziosa Penelope accompagnata dagli applausi dei contradaioli. Boato del Drago alla quale va in sorte Morosita Prima.

Il rientro di Brio rimette, intanto, ogni tassello al proprio posto secondo la nuova disposizione strategica che traccia il ritratto del Palio: Andrea Mari detto Brio da un lato, Giovanni Atzeni detto Tittia sul versante opposto entrambi a dominare i movimenti dentro la Piazza. La Piazza. Spesso poco clemente con i piani imbastiti a tavolino, più volentieri strizzando l’occhio al cuore. Il tutto, spesso, in una volata finale, attimi che disegnano a piacimento del destino gloria o silenzio.

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Brio e Tittia dicevamo: i primi a scegliere sono loro, rispettivamente nel Drago dove Morosita Prima ritrova l’uomo che l’ha condotta alla vittoria proprio un anno fa, nella Torre. Un’accoppiata perfetta, senza sbavature, un binomio che non lascia grande spazio alle parole, lo hanno raccontato i fatti. Tittia indosserà invece il giubbetto giallo dell’Aquila dopo aver scelto, in tempo reale, il potente Oppio. Il grigio ha vinto un Palio, due anni fa con Salasso nel Drago ed ha sempre colpito per la grande potenza, trovando spesso ostacoli ad essere scelto dai fantini. Da un lato Brio che rientra dopo la squalifica ha intenzione di mettere un nuovo sigillo alle cinque vittorie, dall’altra Tittia – stesso numero di trionfi – ha da lasciarsi dietro la grande rabbia per il Palio di luglio, scampato per un soffio. Non c’è dubbio che ora più che mai saranno i due giovani leoni a lottare fino all’ultimo per strappare la ‘preda’ di seta.

La sorte ha scelto di volare ma guarda bene anche a terra.

Chi non ha forse nemmeno pensato a scegliere è stato Scompiglio che, fresco di vittoria nella Lupa, vede servirsi su un piatto d’argento l’occasione più ghiotta. Preziosa Penelope torna in Vallerozzi e non può tornare solo lei. Il momento è d’oro per la Lupa che ha dovuto sognare per 27 lunghissimi anni di scendere quel Palio e farselo proprio e Jonatan Bartoletti, sulle bella Penelope, può tentare il colpaccio: un cappotto sarebbe l’evento capace di inserire il fantino nell’olimpo dei grandi e un cappotto con stesso cavallo e stesso fantino non si verifica dal 1933 (Tartuca, Ganascia su Folco, ndr).

Tra le favorite anche la Tartuca, che esce da Piazza con il potente Mississippi, una grande vittoria nell’Oca con Tittia, 5 anni fa e considerato tra i migliori del lotto. E siccome certi amori non finiscono, fanno solo dei giri immensi ma poi ritornano, in Castelvecchio torna Luigi Bruschelli, l’imperatore. Per Trecciolino, che lega tre vittorie alla Tartuca, questa è l’occasione per sancire il grande record con una giusta serenità ma con grande carica perché la Contrada non è di quelle che permette scarsità di risultato.

Insomma, se da un lato è più che evidente il tratto disegnato da Mari e Atzeni, dall’altra il canovaccio imbastito fin dallo scorso anno potrebbe essere disfatto completamente dopo la sfilacciatura di luglio.

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Nel lotto di agosto, un solo esordiente: Remistirio. Ma è un debutto ben visto dagli addetti ai lavori, un cavallo che piace e convince e che trova, nel Leocorno, la monta del buon Carlo Sanna detto Brigante, fantino che potrebbe presto  – date le qualità che ha mostrato in Piazza – farsi spazio nei posti più in alto. Due buone promesse: fantino e cavallo.

Una vecchia conoscenza della Piazza, Mocambo – in quanto ad adattamento non c’è da dire nulla – , è andato invece in sorte al Nicchio, la Contrada dove aveva esordito il 16 agosto del 2010 montato da Francesco Carìa. Mocambo, che non ha trovato ancora la giusta occasione in Piazza, incontrerà sul tufo, oltre che a casa, Enrico Bruschelli detto Bellocchio. I due si conoscono bene, questa è una garanzia.

Aveva esordito a luglio, impressionando molto bene, Smeraldo Nulese che oggi è toccato al Bruco. Capitan Turchi, guardando con attenzione alle grandi qualità del cavallo nonostante la poca esperienza, ha scelto una monta esperta come quella di Gingillo: dopo il Palio di luglio, Giuseppe Zedde sembra aver ripreso completamente in mano la sua professionalità, le sue capacità e considerando il buon rapporto con la Contrada di via del Comune, saprà mettersi in mostra.

Alla Giraffa è andato in sorte quel Reynard King che, dopo una Carriera di esordio a luglio, nel Bruco con Brigante, torna in Piazza pronto a crescere e far vedere le proprie qualità. Lo farà, stavolta, con Sebastiano Murtas detto Grandine: il capitano della Giraffa Emanuele Tondi ha sgillato così la garanzia di un binomio sicuro. Il fantino conosce bene il cavallo, lo allena tutto l’anno. Questo non può che far crescere la posizione della Giraffa.

La Pantera porta nella stalla Ondina Prima – una carriera alle spalle – e il fantino che indosserà il giubbetto della Contrada di Stalloreggi è Giosué Carboni detto Carburo. Un solo Palio anche per lui, che può trovare così l’occasione per rientrare nel circuito della Piazza e farà di tutto per farsi valere.

Se c’è un’altra garanzia nel lotto, è Porto Alabe: il bel sauro ha sette carriere alle spalle, oggi è toccato in sorte alla Contrada della Civetta e capitan Ricci ha saputo puntare su altrettanta esperienza. Il fantino che indosserà il giubbetto del Castellare è infatti Valter Pusceddu detto Bighino, grandi doti e nessuna vittoria ancora ma già a luglio ha mostrato un cambio di passo non indifferente.

I big hanno ‘piazzato’ dunque i loro uomini. Sì ma chissà. Nonostante il Palio ‘nuovo’ guardi più ad altro, il destino e il cuore potrebbero voler giocare fino alla fine, fino a vincere, nuovamente, di potenza, di rabbia, di orgoglio. Nella guerra di attimi che è il Palio, l’astuzia  e la passione sono le regole di un momento. Quello giusto.

Katiuscia Vaselli