“Son tre ore”, una serenata destinata a fallire

La serenata “Son tre ore” è un classico del repertorio tradizionale senese ed è un manifesto dell’amore che non si ferma davanti a nulla

Da Mozart a Jovanotti, passando per Toto Cutugno, di serenate ne sono state scritte tante. Dedicata a una donna, a un uomo, a un elemento naturale, questo tipo di canzone presuppone un requisito necessario per essere scritta: l’amore. E visto che a Siena siamo avvezzi all’innamoramento (… anche per i fantini), nella nostra tradizione sono presenti molte serenate. “Son tre ore” è fra le più classiche, visto che il suo testo rappresenta alla perfezione la situazione “da serenata”: lei dorme; lui, in strada, cantando aspetta che lei apra. C’è, però, un passaggio nelle parole che ci fa intuire come ci sia un elemento che disturba il rapporto tra i due, ovvero la differenza di classe sociale. Lo spasimante garantisce all’amata di non essere interessato a lei per via delle sue ricchezze, promettendogli inoltre di sposarla dopo aver fatto il soldato. Il giovane, in sostanza, garantisce la massima serietà. Il suo amore, poi, è talmente grande che arriva a divinizzare l’oggetto dei propri desideri, chiamandolo “idolo”.  Alla fine del testo capiamo che forse un  motivo per cui la ragazza non apre il suo balcone c’è. Le parole “… di questo amore che tu mi hai negato” sono inequivocabili. Lei non vuole lui, ma non sappiamo se in precedenza c’è stato qualcosa fra i due. Quindi la serenata è destinata comunque a fallire, a non convincere l’”idolo”. Ma come ogni vero innamorato, il protagonista sa che a volte l’amore trionfa quando viene negato.

A livello musicale è una ballata lenta, che richiede una certa vocalità per gestire le vocali prolungate – come su “dormire”. Come ogni serenata tradizionale è da accompagnarsi con una chitarra, strumento pratico ed efficace per muoversi e suonare di notte.

Esistono molte varianti del testo, c’è, per esempio, chi canta “angelo” al posto di “idolo” oppure chi omette l’ultima strofa. Ci è sembrato utile presentare qui la versione canonica, quella più comune di tutte.

Son tre ore che io sono in strada

 e non lo vedo il tuo balcone aprire

 il tuo cuore mi farà morire

dalla passione morire mi farà.

Idolo mio rispondimi

 tesoro non dormire

stammi a sentire

stasera cantar.

Non ti chiedo le ricchezze lo sai

 solo ti chiedo il tuo cuore adorato

 quando poi l’avrò fatto il soldato

allora sì, allora sì, ti sposerò.

Idolo mio rispondimi

 tesoro non dormire

stammi a sentire

stasera cantar.

Tu che dormi sopra morbide piume

e io che dormo su ruvidi sassi

tu tranquilla le notti le passi

e dormendo ti scordi di me.

Idolo mio rispondimi

 tesoro non dormire

stammi a sentire

stasera cantar.

Non rispondi al mio richiamo

per questo amore che tu m’hai negato

di questo male non sono guarito

ed or la pace la pace più non ho.

Idolo mio rispondimi

 tesoro non dormire

stammi a sentire

stasera cantar.

 Emilio Mariotti