Fracking e Shale Oil l’inizio della crisi

 

Una nuova era è iniziata con tutti i suoi benefici ma con qualche incertezza circa gli eventuali e possibili disastri ecologici futuri.

Un nuovo modo di estrarre iniettando nel terreno grandi quantità di acqua, sabbia e agenti chimici, un modo di “grattare il fondo del barile” ma comunque di produrre sempre di più.
I costi di estrazione per questo tipo di petrolio, lo sanno tutti, sono più alti e lo sanno bene anche i Produttori al di là dell’Oceano; è questo il momento di inizio di una guerra non convenzionale che tenterà di abbassare il prezzo del Greggio per impedire in qualche modo questa extra produzione e mettere in difficoltà gli Operatori Americani.
Lo stesso varrà per il Gas recuperato nella stessa maniera, ma se ne parla meno anche se la situazione è la stessa.

Il Greggio vale 100 dlr per Brl ed i margini sono, in quel momento, comunque elevati tanto da “starci dentro abbondantemente”.
E’ questo il momento di inizio della discesa, una discesa in qualche modo inizialmente voluta ma forse un po’ sconsiderata.
Il momento mondiale non è tra i migliori, le Economie stallano e la Cina, un mostro che si ciba di Petrolio, inizia la dieta, la produzione aumenta per i motivi accennati ed il gioco è fatto, il Greggio inizia a precipitare.

Siamo a circa 60 dlr/Brl e la cosa non disturba gli analisti che vedono una ripresa possibile, di fatto, in area 70/90 i più dicono sarà solo una questione di tempo. Il Dollaro di suo vale 1.37 sull’Euro e comincia ad apprezzarsi, esiste comunque una legatura ed il vecchio e desueto “petroldollaro” inizia a farsi sentire.
Il dollaro sale ed il Petrolio scende, le Economie sono sempre più paralizzate e i consumi stagnano. Di Petrolio ne serve sempre meno ed il prezzo continua a scendere, gli Analisti vedono “nero”, nel 1999 valeva sotto i 10 Dlr e quel livello inizia ad essere una calamita per chi non consuma petrolio ma ci specula.

Così, come negli anni d’oro, gli speculatori compravano mandando i corsi ben oltre i 140 Dlr ora vendono con il solo obiettivo di far profitto, in su o in giù l’importante è guadagnare, il motto di sempre.
Ed il Mondo Arabo cosa fa, tenta un accordo, impossibile, per tagliare la produzione, di fatto già tagliata dall’assenza sui Mercati del Greggio Libico, Iraniano, Iraqeno o almeno in scarsa quantità. Le guerre che ne hanno sempre costretto i rialzi non bastano più, è la Cina che non compra a dettare i corsi ed a spingerlo sempre più giù.

Di fatto dovrebbe essere una notizia positiva, l’energia costa meno e quindi si produce a piu’ basso costo, ma non è così per le Società Produttrici che iniziano a scricchiolare, i proventi crollano e i Paesi Arabi per non farle fallire sono costretti a far cassa su altro, e così inizia il Sell Off generalizzato di Asset non strategici, le Borse già in bilico, a causa dell’Economie ferme, crollano di colpo.

Si cercano accordi, ed in area 30 si riesce in qualche modo a fermare la discesa, la Russia già in Embargo accetta di tagliare insieme all’Arabia Saudita, meno vendita e meno incassi, non sarà questo che vogliono gli Stati Uniti ? il Mondo Arabo sotto pressione per poter imporre le proprie strategie, per poterlo in qualche modo controllare.

L’America è un Paese produttore a 360 gradi, non dipende dal prezzo del Petrolio che e’ una componente della propria Economia, il Mondo Arabo invece in diversi casi dipende dal Greggio al 99 %, facile intuire che prima o poi sarà costretto a chiedere interventi a sostegno. Corsi e ricorsi storici, qualcosa di già visto alla fine degli anni 90 quando chiesero l’intervento degli Stati Uniti per sopravvivere.
In seguito gli accordi OPEC riuscirono a far sì che superassero le avversità, oggi con quanto sta succedendo ed una Primavera infinita è tutta un’altra cosa, momenti difficili da cui se ne verrà fuori in un modo o in un altro, almeno si spera.

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