La ricchezza degli italiani nella relazione di Banca d’Italia

La ricchezza degli italiani nell’ultima relazione annuale di Banca d’Italia

Come si è evoluta nel tempo la ricchezza reale e finanziaria delle famiglie italiane? Risponde in modo puntuale l’analisi dell’ultima relazione annuale di Banca d’Italia datata 31 maggio (www.bancaditalia.it).

Nel 2014, nei confronti del resto del mondo, gli italiani detengono ancora una ricchezza elevata, sia in termini pro capite, che rispetto al PIL.

La ricchezza reale e finanziaria dal 1950

Tra il 1950 e la metà degli anni ‘60, il PIL si è espanso in modo eccezionale rispetto alla ricchezza, che, invece, cresceva con un tasso pari a un quinto del prodotto. Nei quindici anni successivi la tendenza si è invertita e, all’inizio degli anni ’80, il patrimonio netto delle famiglie si è più che triplicato, sostenuto dalla crescita delle attività reali per circa quattro quinti. Nel corso degli anni ‘80 e ’90, viceversa, l’espansione della ricchezza ha beneficiato soprattutto della componente finanziaria. Nello stesso periodo, gli italiani accumulavano beni reali, favoriti dal facile accesso al credito, nonostante il livello dei tassi, e da prezzi ancora accessibili. Dopo il ristagno per effetto della correzione al ribasso connessa con la bolla tecnologica, la ricchezza finanziaria netta torna a crescere, fino alla contrazione causata dalle ultime crisi e dalla flessione del valore delle attività finanziarie (2007) e reali (2011).

Nel complesso, dalla metà degli anni ‘60, la maggior parte degli italiani sono diventati proprietari di immobili, accrescendo, di conseguenza, il valore del loro patrimonio netto.

La distribuzione del reddito e della ricchezza 

Durante la recessione del biennio 1992-93 la disuguaglianza nella distribuzione di reddito e ricchezza è cresciuta rapidamente. Non ha subito variazioni apprezzabili, invece, dopo l’inizio della crisi finanziaria globale nel 2008. C’è da osservare però che, tra la fine degli anni ‘80 e il 2014, è aumentata la percentuale di popolazione a basso reddito, condizione che riguarda tutti i nuclei in cui il capofamiglia è stato prevalentemente disoccupato nell’anno. Tale condizione ha raggiunto nel 2014 quasi il 4% della popolazione, più del doppio di quanto registrato nella recessione degli anni ’90. Nello stesso anno le famiglie italiane a basso reddito detenevano meno del 4% della ricchezza netta complessiva – tre punti meno del biennio 1993-95 –  e quasi la metà di loro, pur liquidando interamente il patrimonio, sarebbe uscita da tale situazione per un solo anno.

I divari generazionali

Del rallentamento dell’economia italiana hanno risentito soprattutto i più giovani, che oggi devono rinviare l’uscita dalla famiglia di origine e che domani avranno un calo del reddito atteso lungo l’intero ciclo di vita, rispetto alle generazioni precedenti. Come sottolinea Banca d’Italia: “La minore accumulazione di ricchezza propria ha accresciuto l’importanza di quella ereditata, concorrendo a rafforzare il ruolo della famiglia di origine nel definire lo status socio-economico e al radicarsi di disuguaglianze indipendenti dai meriti e dalle capacità individuali”. Accrescendo i divari generazionali.

La ricchezza ereditata va tutelata.

Maria Luisa Visione