Il Clanis è stato un fiume dell’Etruria meridionale, che nasceva nelle colline intorno ad Arezzo e, dopo aver attraversato la Valdichiana lungo un percorso di circa 70 km in direzione sud, si gettava nel Paglia, affluente del Tevere, presso Orvieto (in Umbria).
Infatti sin da tempi molto molto lontani l’Arno Casentinese percorreva la valle della Chiana verso sud unendosi al fiume Clanis nei pressi dell’inizio della valle poi la natura dopo centinaia di anni di erosione mutò il corso del fiume creando il Val d’Arno.
Il Clanis aveva una portata d’acqua molto importante che lo rendeva navigabile, come riportato da Plinio il Vecchio nella Naturalis historia.
Lungo il suo corso si svilupparono notevoli centri etruschi (Bettolle, Chiusi e Orvieto) e vi fiorì l’agricoltura (specie la coltivazione del farro e del grano), la pesca e il commercio.
I romani, che occuparono la Val di Chiana in seguito alla battaglia del Sentino (295 a.C.), decisero dapprima di sfruttare le risorse della valle e del suo fiume, in seguito, tuttavia, l’atteggiamento verso il Clanis mutò sensibilmente: il fiume venne, infatti, ritenuto, per la sua notevole portata d’acqua, la principale causa delle piene del Tevere che inondava Roma.
Come si legge in alcuni vecchi scritti dell’epoca tra il 13 ed il 14 dopo Cristo vi furono forti piogge per periodi molto lunghi e temporali di forte intensità e di conseguenza le piene del corso d’acqua furono devastanti. Inoltre l’ inverno stesso fu molto nevoso e freddo e quando a inizio della primavera le nevi delle montagne circostanti si sciolsero grazie ai primi caldi crearono un grosso apporto d’acqua al fiume che esondò più volte creando problemi per chilometri e chilometri in ogni direzione.
Altri danni vi furono alla fine dell’ estate a causa di “forti tempeste e grandinate” che oltre a distruggere i raccolti fecero nuovamente uscire il fiume fuori dagli argini. Addirittura viene scritto nel libro del Santctinum che dal fiume si alzarono per centinaia di metri dei possenti “mulinelli d’acqua” che girando vorticosamente devastarono molte imbarcazioni.
A causa di tutto ciò il Senato Romano esaminò nel 15 d.C.un progetto per invertire il corso del Clanis da sud verso nord in modo da creare meno problemi all’Impero ma tuttavia, come riportato da Tacito negli Annales la proposta fu bocciata per le proteste degli abitanti di Florentia (l’attuale Firenze), che temevano che il Clanis avrebbe aumentato notevolmente la portata d’acqua dell’Arno, facendo così cadere sulla loro città lo stesso problema che aveva Roma.
L’unica soluzione appariva pertanto quella di erigere uno sbarramento che impedisse all’acqua del Clanis di defluire nel Paglia, a costo di impaludare la Val di Chiana. L’opera fu realizzata con l’innalzamento di un muraglione presso Orvieto, che in seguito prese il nome di “Muro grosso” e che, secondo la tradizione, sarebbe stato costruito sotto Nerone nel 65 d.C.
Di certo è che lo sbarramento del corso del Clanis provocò il ristagno delle relative acque: queste dapprima ruppero gli argini, poi si riversarono sulla Val di Chiana trasformandola in una palude. Il Clanis cessava così di esistere.
La formazione della palude ha di fatto separato le sorti dell’antico corso del fiume. La parte settentrionale, caduta alfine sotto la dominazione di Firenze, fu bonificata sul finire del Settecento dal matematico e ingegnere idraulico Vittorio Fossombroni attraverso il sistema delle “colmate”: venne per tale motivo realizzato il Canale maestro della Chiana, che oggi percorre 45 dei circa 70 km dell’antico corso del Clanis. Il Canale Maestro nasce dal Lago di Chiusi, in provincia di Siena, attraversa il vicino Lago di Montepulciano, di cui costituisce sia l’immissario che l’emissario, e, dopo aver attraversato la Val di Chiana senese e quella aretina, sfocia nell’Arno in prossimità della Chiusa dei Monaci in località Ponte a Chiani, nel comune di Arezzo, mentre in quella meridionale, la Val di Chiana Romana, rimasta a lungo sotto il dominio dello Stato Pontificio, gli effetti della bonifica hanno portato al ripristino di un corso d’acqua, chiamato “Chiani” che nasce a San Casciano dei Bagni, provincia di Siena, e sfocia nel Paglia, ricordando il corso del fiume originario.
Gabriele Ruffoli