Il ‘vivere bene’ nelle Terre di Siena

Si può naturalmente essere d’accordo o meno sui criteri adottati per fare la classifica della qualità della vita in Italia ma l’opinione che Siena possa essere meglio di Pordenone o peggio di Parma, lontano da Mantova, non può mai arrivare a negare che nelle Terre di Siena si vive bene

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Adesso che è l’argomento ha superato la fase dalla polemica politica, si può forse fare un ragionamento costruttivo sulla annuale classifica che Italia Oggi dedica alla qualità della vita nelle province italiane (attenzione: stiamo parlando delle province, non dei comuni capoluoghi).
Si può naturalmente essere d’accordo o meno sui criteri adottati per fare questa classifica, sulla qualità e veridicità delle informazioni ricevute o raccolte, sul peso ponderato dato ai tanti indicatori usati, e dunque mettere legittimamente in discussione il quinto posto assegnato quest’anno alla provincia di Siena. Ma l’opinione che possa essere meglio di Pordenone o peggio di Parma, lontano da Mantova (quest’anno al primo posto) o molto meglio di Lecco (che invece è decima), non può mai arrivare a negare che nelle Terre di Siena si vive bene.

Un po’ per quell’armonia di bellezza e di tranquillità che ne fa da tanto tempo non solo una meta di turismo, ma un luogo dove tanti stranieri si sono comprati casa e trascorrono tante settimane ogni anno. Come ha scritto Beppe Severgnini – una frase che amo citare spesso – per gli stranieri l’Italia resta “una immensa Toscana mentale, che comincia al Tarvisio e finisce a Trapani”.
Un po’ perché – pur fra molti segni di cedimento – continuano ad esserci servizi di qualità, che per noi sono scontati, ma che altrove sono progressivamente deteriorati e scomparsi, in campo sanitario, e sociale, così come sui trasporti, la raccolta dei rifiuti, le iniziative culturali.
Un po’ per quell’originale formula di rapporti sociali che resiste e su cui dovremmo essere più consapevoli. Per noi è la normalità (e qualità della vita, appunto), ma vi assicuro che non è facile spiegare cosa siano i circoli Arci nelle frazioni o le discoteche in contrada il sabato sera.

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Per il mio lavoro, parlo quotidianamente con turisti italiani e stranieri. Tutti tornando da una visita a Pienza, Montepulciano, Monteriggioni, San Gimignano, Siena o Montalcino usano la stessa frase: “sono tenute benissimo”. Lo stesso problema della sicurezza sociale, che pure è pericolosamente trascurato, sta peggiorando ma è ancora lontano dai livelli di province simili alle nostre.
Un esame più attento dello studio di Italia Oggi e dell’Università La Sapienza di Roma evidenzia infatti che i grandi disagi che abbassano la qualità della vita si annidano nelle “periferie”, cioè in quelle province che sono degradate, non si può usare altro termine, a territori marginali rispetto al capoluogo, perdendo la loro identità ed il tessuto che appunto noi riusciamo a vivere tutti i giorni.
Le Terre di Siena non hanno certo avuto questa evoluzione. Siena è troppo piccola per deteriorare la provincia a propria periferia e dunque intaccare la qualità della vita dei comuni vicini, figuriamoci di quelli che – per distanza chilometrica, campanilismo o storia – se ne sentono molto lontani.

Roberto Guiggiani