Estate è dove accadono le cose

Al mare, in montagna o in una città d’arte… Non importa dove passi la tua estate: l’imprevisto è sempre dietro l’angolo!

“Cerco l’ estate tutto l’anno e all’improvviso eccola qua” così inizia il testo di una famosa canzone che Adriano Celentano cantava appena 37 anni fa. Ammettetelo, la state canticchiando.

Celentano, dopotutto, così tanto torto non aveva: l’estate la cerchiamo davvero tutto l’anno. A Natale, sotto l’albero addobbato, tra i regali, già sperate di trovare una smartbox per una settimana tutto compreso in Costa Smeralda, che poi i vostri cari ancora non l’hanno capito e vi rifilano il solito paio di guanti, è un altro paio di maniche; a Capodanno, e non tentate di negarlo, mentre alzate i calici al cielo per brindare al nuovo anno, tra i fuochi d’artificio e Carlo Conti che vi fa gli auguri dal vostro televisore al plasma 60 pollici, già ammiccate all’amico di sempre: “Dopodomani si va in agenzia a prenotare il viaggio eh, così risparmiamo”.

Ovviamente, gli effetti collaterali di una simile prenotazione, è che il 12 di agosto si rischia di trovare la neve ai Caraibi e il sole in Groenlandia, senza contare un ipotetico figlio affetto da varicella, la nonna in ospedale e il saggio di danza della nipote del cugino di secondo grado di tuo marito. Ma non importa. L’unica cosa che conta è risparmiare: 70, 20 o 10 % e che in questo prezzo la colazione sia compresa. Perché la colazione deve essere sempre compresa.

Questi, tuttavia, sono i piani dei più acuti, i più decisi, i più accorti, per intenderci sono i piani di quelli che partono in una comitiva di venti persone in cui solo uno sa parlare inglese e che deve lavorare da interprete per tutto la durata del viaggio (e poi le chiamano vacanze).

Poi ci sono i temporeggiatori, quelli che prenotano una settimana prima, due al massimo, e lo fanno per scaramanzia, che non sia mai si sposa la figlia di zia Pina il 4 luglio non si può andare più da nessuna parte, sono quelli che si accontentano del low cost , dunque, i più coraggiosi, quelli che sono disposti sul serio a volare da Milano fino a Hong Kong, passando per Londra, fare scalo a Milano fino a Bangkok perché il volo diretto costa di più per gli ultimi posti rimasti.

Il problema vero dell’estate, però, è che quando arriva, non è mai come te l’aspettavi. Ogni anno ti ripeti che l’anno prossimo sarà diverso, che prenoterai a quell’agenzia piuttosto che l’altra, che chiederai a Luca di accompagnarti invece che a Fabio che si sa, si sa che Fabio non vuole fare mai niente, che andrai in un posto in montagna, piuttosto che a mare, che rimarrai in Italia, piuttosto che andare all’estero.

Puoi fare tutti i pronostici del caso, ma la cruda verità sarà sempre la stessa: andrà in modo diverso da come te l’eri immaginato, da come l’avevi desiderato, da come avevi sperato che fosse per nove, lunghi, interminabili mesi, a volte in peggio altre volte in meglio. Più peggio che meglio.

Gli italiani l’anno scorso hanno effettuato circa 57 milioni di viaggi. Quanti di loro, però, sono rimasti realmente soddisfatti? Quanti di loro sono tornati più stressati di prima? Lo so, lo so che state annuendo, d’altronde è facile pensare di rilassarsi in una bella località marina: il sole, forte, un po’ troppo forte, ma tu hai pronta la crema protezione bimbi 50+, che il farmacista ti ha riso in faccia quando sei andato a comprarla, intanto però l’eritema si è formato, pizzica, prude, dovrai tornare necessariamente dal farmacista una volta a casa, stavolta per comprare il foille, e poi vediamo se ride ancora.

Però vuoi mettere il rilassarsi su un lettino, il bimbo allegro ed iperattivo che puntualmente gioca a pallone accanto a te, una pallonata sul viso, però che vuoi farci, sono bimbi, giocano, nel frattempo si è sporcato il telo di sabbia, provi a pulirlo e una folata di vento ti butta tutta la sabbia in faccia che manco una tempesta nel Sahara.

Però hai sempre il mare, si, meglio andare a mare, un bel bagno e … scotta, scotta, scotta! Le infradito dimenticate sotto l’ombrellone, non fa niente, perché guardi questa bella acqua cristallina, fredda, un po’ troppo fredda, ti bagnerai piano piano, ma il bimbo ha deciso di fare un bel tuffo, ti schizza tutto, la tua temperatura corporea scende di venti gradi. Bimbo, mi costringi sul serio a parlare con i tuoi genitori.

Non demordi però, hai portato con te quel bel libro da leggere, e mentre il resto della spiaggia si affanna a fare il gioco aperitivo sulla canzone spagnola del momento, tu puoi rilassarti, all’ombra, almeno fin quando non compare il vucumprà di turno: racchette signor? No, grazie. Braccioli? No, grazie, non ne ho bisogno. Cd di Nino D’Angelo? No, sul serio. Braccialetto porta fortuna? Beh si, magari quello si.

Due euro.

Come in tutte le cose, così anche nelle vacanze al mare ci sono gli inconvenienti, l’importante è non mollare, di certo non va meglio a quelli che puntano sul turismo culturale: pensate solamente a quelli che optano per la Francia: 67121 m2 di Reggia di Versailles, 300m di altezza della Tour Eiffel, e poi a pranzo solo un omelette, che ti penti amaramente di non esserti iscritto in palestra questo inverno, e poi Notre Dame, e poi il Museo del Louvre, che fai, vai in Francia e non passi nemmeno a salutare la Gioconda? Ah, i bambini prima di partire vogliono andare a Disneyland Paris, certo, se non fosse che non distingui Paperino e Topolino, figuriamoci se conosci Anna ed Elsa, della seria che al ritorno ti ci vuole una vacanza dalla vacanza e una full immersion nei classici Disney degli ultimi 10 anni.

Andare in vacanza, tuttavia, con i pro e i contro, rimane comunque un gran lusso di questi tempi e soprattutto rimane un privilegio concesso solamente ad un determinata categoria di persone. Basti pensare a quella povera specie di bistrattati degli studenti universitari, quelli che finiscono la sessione il 28 luglio e hanno l’esame successivo il 6 settembre, quelli che rimangono chiusi al buio della loro stanzetta e che sono costretti a vedere sui vari social gente felice, in spiaggia, in montagna, alle Olimpiadi di Rio o in Congo, con annessi hashtag #sole #mare #relax: una leggenda narra che ad ogni hashtag #pacedeisensi potrai vedere uno studente in crisi auto-defenestrarsi.

Sono quegli stessi studenti che magari almeno il giorno di ferragosto organizzano una giornata in piscina o una scampagnata in montagna con gli amici, altri studenti in crisi come loro e poi buum, si ritrovano con un bell’acquazzone e la giornata rovinata.

Ci sono però anche quelli che non sono disposti a rinunciare a una mini vacanza e a Santorini portano le fotocopie e gli appunti in modo da alternare divertimento e stud… hahahah, non prendiamoci in giro, i libri in vacanza si portano solo per lavarsi la coscienza, non una pagina verrà letta nel frattempo.

Altra categoria fortemente penalizzata è quella degli impiegati che non solo iniziano le ferie il 22 agosto, ma che spesso a causa degli sbalzi di temperatura che si creano tra i loro uffici, in cui l’aria condizionata rende il clima favorevole per la proliferazione di pinguini e i 32 gradi esterni, vengono colpiti da febbri, raffreddori e malanni vari, che non gli permettono di godersi a pieno l’unica settimana libera che hanno.

Vogliamo, poi, parlare delle segretarie? Di certo non sono delle sprovvedute e provvedono a spegnere i loro cellulari e a tagliare ogni linea di comunicazione con il mondo esterno, eppure, non si capisce per quale strana legge della natura, anche se decidono di andare in un piccolo paesino del Burundi per non farsi rintracciare, troveranno il concittadino di turno che provvede a prenotarsi l’appuntamento per metà settembre.
E’ vero, l’estate quando arriva, non è mai come te l’aspetti, d’altronde lo canta anche Celentano “il treno dei desideri, nei miei pensieri all’incontrario va”, ma non importa: chiunque voi siate, dovunque vogliate andare, per un giorno o due settimane, da soli, con i figli o il compagno, fatelo! Concedetevi una pausa, dal lavoro, dallo studio, dall’amore, dai pensieri e non fa niente se qualcosa andrà storto, avrete comunque qualcosa da raccontare.

Viaggiate, in auto, in treno, in aereo, in tandem con la vostra amica, e fatelo senza paura. Scoprite, fotografate, assaggiate, imparate, perché checché se ne dica, anche l’inverno è più lungo di quanto possiate immaginare.

Michela Ricciardi