Milano Fashion Week: the diary

Con un inusuale opening del Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, la settimana della moda milanese apre le danze con una serie di show importanti, che confermano la crescita della moda italiana nel mondo.

Mattero Renzi

Gucci

Alessandro Michele viene consacrato dopo un solo anno dalla sua nomina come creative director per la sua creatività e il suo stile inconfondibile. In questa sfilata il lusso incontra l’arte metropolitana, in un mix and match estremo. Dal suo arrivo alla maison le vendite sono cresciute stabilmente (3% negli ultimi 3 mesi) raggiungendo 1.2 miliardi di euro, 4.8% più alto dell’anno precedente. L’ispirazione di questa collezione nasce da Caterina de Medici e il rinascimento, che si incontra con gli anni 70, rivisitati in parte con un’ispirazione anni 80. Outfit coloratissimi, abiti lunghi e svasati dalle maniche a sbuffo e ruches inaspettate, cappotti oversize e mini abiti.

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Ermanno Scervino

Abiti avvolgenti, dalla struttura ampia, quasi ad uovo, pur sempre femminile, celebrano un’eleganza mai scontata. Inserti di pelliccia regalano un contrasto di colore al tono su tono dei cappotti di tweed e dei maglioni.

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PRADA

Eccola di nuovo. Sul podio. Nell’olimpo degli intoccabili, Miuccia Prada riconferma in un ormai prevedibile successo la sua genialità. Forse influenzata dall’estro di Gucci, Prada ha messo in passerella il meglio di sé, creatività ed genio, nella sfilata più applaudita di sempre.

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‘Il mondo chiede fantasia e bellezza’ ha ricordato Renzi nel discorso di apertura ‘ e non dovremmo mai pensare alla moda come al divertimento di pochi’.

Fendi

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Versace

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Moschino

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Marni
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Thanks To Vogue

Miriam Bakkali