Bright 2016, Francesco Frati: “La ricerca è importante”

Tutto pronto per la Notte dei Ricercatori: più di 60 eventi per le vie della città, per un totale di oltre 200 ricercatori coinvolti. Francesco Frati, responsabile scientifico del progetto, ci spiega l’importanza per la nostra società di una giornata dedicata alla ricerca

Curiosi di sapere cosa si cela all’interno dei laboratori di ricerca? Il 30 settembre, allora, è la giornata che fa per voi. In occasione della Notte dei Ricercatori, che in Toscana prende il nome di Bright 2016, per le vie del centro sarà possibile assistere ad esperimenti e dimostrazioni scientifiche per adulti e bambini, per un totale di oltre 60 eventi che coinvolgeranno più di 200 ricercatori dell’ateneo senese. Francesco Frati – responsabile scientifico del progetto oltre che, naturalmente, rettore in pectore dell’Università – ci spiega l’importanza di questa iniziativa.

Professore, cos’è la Notte dei Ricercatori?

“Si tratta di un’iniziativa nata cinque anni fa nell’ambito dell’Unione europea, che mira a rendere consapevoli i cittadini dell’importanza della ricerca ai fini del progresso sociale, culturale e sanitario del nostro continente. Viene quindi offerta la possibilità agli abitanti delle oltre 300 città europee che hanno aderito di avvicinarsi alle figure dei ricercatori e ai loro progetti, attraverso l’utilizzo di una terminologia scientificamente corretta che sia però allo stesso tempo alla portata di tutti. La Notte dei ricercatori sta diventando una festa che coinvolge l’intera città”.

Francesco Frati, 51 anni, professore di zoologia del Dipartimento di Scienze della vita dell’Università di Siena e responsabile scientifico della Notte dei Ricercatori

Il programma rispecchia la ricerca che si effettua sul territorio senese?

“Sì, abbiamo suddiviso gli eventi in cinque grandi categorie che rappresentano le linee principali di ricerca sul nostro territorio: salute e benessere; nuove tecnologie; sviluppo sostenibile, un settore nel quale Siena sta acquisendo sempre più importanza a livello internazionale; natura; e patrimonio culturale, di cui questo territorio è particolarmente ricco. Nell’ambito di queste cinque macroaree spazieremo dall’agrifood alla medicina di precisione, dalle protesi indossabili allo studio della linguistica (grazie alla collaborazione dell’Università per stranieri, ndr), fino ad arrivare al tema della sostenibilità dei sistemi economici”.

Cosa rappresenta l’adesione a Bright 2016 per l’Università di Siena?

“Prima di tutto abbiamo aderito perché condividiamo i valori alla base di questa manifestazione: la promozione dell’importanza della ricerca e del ruolo dei ricercatori. Inoltre, in questo preciso periodo storico c’è un valore aggiunto, quello di contrastare falsi miti e leggende che, grazie anche ai social media, trovano una certa attenzione da parte del pubblico, e che poi spesso si rivelano essere non dimostrate. Il dialogo fra ricercatori e il resto della cittadinanza è un’opportunità per riaffermare l’importanza del rigoroso metodo scientifico, unico strumento affidabile col quale si ottengono risultati applicabili nei diversi ambiti delle attività umane.”

Si riferisce alla falsa correlazione fra vaccini e autismo?

“Sì, ma ci sarebbero molti altri esempi, dalle cure per il cancro fino all’agricoltura biodinamica. Sempre più spesso accade che false credenze prendano piede in un breve arco di tempo, pur essendo prive di qualsiasi fondamento scientifico”.

L’Italia è un Paese dove non è facile fare ricerca, nel quale la figura del ricercatore è spesso poco valorizzata e ai più sconosciuta. Iniziative come questa aiutano a dare maggiore visibilità a chi ha deciso di dedicare la propria vita alla ricerca?

“Certo. Quello del ricercatore è un mestiere senza dubbio accattivante e molto appassionante. È però, allo stesso tempo, un lavoro difficile e non sempre remunerativo in termini di soddisfazione personale, per non parlare dell’aspetto economico: i ricercatori italiani, infatti, sono fra i meno retribuiti rispetto ai loro colleghi europei. Per questo i ricercatori hanno bisogno di essere conosciuti e, a loro volta, di far conoscere il loro lavoro. Un sistema di ricerca efficace, ben finanziato e sostenuto dal Governo è l’unico modo per sostenere lo sviluppo di un Paese. Sappiamo bene quanto limitati siano gli investimenti in Italia nella ricerca, inferiori rispetto alla grande maggioranza delle altre nazioni europee e ai Paesi del panorama internazionale nei confronti dei quali nutriamo l’ambizione di competere. Questo deve cambiare: un Paese che vuole creare sviluppo deve investire in educazione e ricerca”.

Fra i numerosi eventi in programma in città, la casa circondariale di Santo Spirito aprirà le proprie porte alla cittadinanza per una lettura di racconti da parte dei detenuti. Come nasce questa collaborazione con l’istituzione carceraria?

“Nel 2014 abbiamo avviato, con il carcere di S. Spirito, un progetto di ricerca antropologica e di inclusione sociale guidato dal professor Fabio Mugnaini. I nostri ricercatori hanno iniziato a lavorare insieme ai detenuti attraverso un laboratorio di scrittura creativa. Dietro ad ogni detenuto, infatti, c’è una storia, spesso fatta di legami con la propria famiglia, temporaneamente abbandonata. A maggio, con l’appoggio di un editore, i lavori dei detenuti sono confluiti nella pubblicazione di un libro di storie per bambini dal titolo Le fiabe di Santo Spirito e altri racconti, in molti casi ideate pensando ai propri figli a casa. In occasione di Bright 2016 daremo di nuovo la possibilità alla cittadinanza di scoprire il lavoro svolto dai detenuti, a conclusione di questo importante progetto”.

Di fondamentale importanza, quindi, per il recupero del detenuto in quanto persona, il coinvolgimento del resto della comunità.

“Esatto, questo è uno dei nostri obiettivi. Inoltre l’iniziativa si inserisce nell’ambito di un progetto di più ampio respiro: l’Università di Siena collabora infatti con alcuni istituti penitenziari, compreso quello di Santo Spirito, offrendo la possibilità ai detenuti di iscriversi ad un corso di laurea, con gli stessi docenti che si recano nelle strutture penitenziarie per permettere loro di sostenere gli esami”.

Torniamo al programma. La Notte dei Ricercatori si intreccerà con il Festival dei Millenials: non solo ricerca, quindi, ma anche dibattiti.

“Si tratta di un’altra grande kermesse che vedrà la generazione dei giovani, fra il 30 settembre e il 1 ottobre, coinvolti in alcuni dibattiti sul futuro del nostro continente, alla ricerca del modello migliore da adottare per l’Europa del futuro”.

Veniamo ai titoli di coda: la giornata si concluderà con il concerto di Daniele Silvestri nella suggestiva cornice di Piazza del Campo.

“Una bella conclusione per la Notte dei Ricercatori, ma anche un’occasione per dare il bentornato e il benvenuto rispettivamente agli studenti e alle matricole dell’ateneo. Il concerto sarà inoltre preceduto da uno spettacolo multimediale che stimolerà una riflessione su alcuni dei grandi temi che interessano tutta la popolazione, quali integrazione, equità, giustizia e la delicata questione del Mediterraneo”.

Giulio Mecattini