Psi Riformisti, la nostra verità sull’addio al consigliere Mugnaini

Nelle ultime settimane il Psi Riformisti si era astenuto dal giudicare o prendere posizione sulla scelta del consigliere Mugnaini di tradire il mandato elettorale assegnatole degli elettori, non solo i suoi, ma anche quelli dei Riformisti con i quali lei consapevolmente si era candidata, utilizzando per essere eletta i voti assegnati dai senesi alla nostra lista e agli altri candidati. Con i suoi consensi in solitaria non starebbe infatti sui banchi del consiglio comunale, dal momento che i suoi 305 voti sono un terzo dei 900 circa necessari per eleggere un consigliere autonomo. A Siena il concetto di “rivenduto” è talmente chiaro, anche nei bambini, che ritenevamo inutile commentare il comportamento di chi cambia i colori con i quali si era presentata agli elettori solo un anno fa. Pure la citata (da lei) associazione Per Siena, attraverso alcuni suoi autorevoli iscritti (o ex), forse anche elettori, ha preso chiaramente le distanze dal suo comportamento. Evidentemente il termine “società civile” usato spessissimo dall’avvocato Mugnaini, quasi da novella grillina, alla fine sembra essere costituito solo un ristrettissimo gruppo di persone che deve difendere interessi personali e particolari, superati dai fatti e della storia, sommersi dalla necessità di rinnovamento reale e radicale della nostra città. L’avvocato Mugnaini si era candidata in una lista di centro sinistra in appoggio al candidato sindaco Ceccuzzi, dal quale lei aveva sottoscritto (senza pistole puntate alla tempia) il programma, all’interno di un partito forte di oltre 100 anni di storia, fatto di valori e di persone che in un secolo ha ben delineato la sua posizione e collocazione politica. Nel corso dell’anno in cui è stata seduta sui banchi del nostro gruppo consiliare mai le è stato impedito di presentare mozioni, interrogazioni o altro, né tanto meno è stata obbligata a sottoscriverne altre. Nonostante ciò la sua produttività è stata pressoché nulla, almeno come prima firmataria. Anche la “commissione delle elette” che grazie ai voti del partito presiede, non ha prodotto alcunché di significativo o che sarà ricordato in futuro. Il suo atteggiamento vittimistico è dunque fuori luogo ed inopportuno. Oltretutto ha sempre alzato la mano e votato, fra le altre cose, tutti i provvedimenti legati al bilancio fino ad un mese fa. Se per fare questo, oppure in questi giorni, ha subito delle pressioni, minacce o offese si rechi immediatamente dal magistrato e le denunci, facendo nomi e cognomi, altrimenti tutto questo appare solo demagogia vuota, o peggio ancora uno stucchevole gioco delle parti che certamente non piacerebbe alla “società civile”. Faccia nomi e cognomi, dunque. La sua posizione strumentale (qualcuno sostiene programmata fin dalla candidatura, ma noi non ci crediamo né ci vogliamo credere) è confermata da una delle sue ultime esternazioni, quando sostiene che anche se ci fosse certezza sui 6 milioni della Fondazione in bilancio la maggioranza uscita dalle urne non si ricomporrebbe. Tutto questo evidentemente si commenta da solo.

 

Roberto Rubegni provinciale Psi Riformisti

Leonardo Tafani comunale Psi Riformisti