Tafani, Psi Riformisti: “Non aver capito nulla della voglia di rinnovamento ha portato all’ingovernabilità”

Solo una sinistra profondamente autolesionista, autoreferenziale e autosufficiente poteva riuscire a perdere le ultime elezioni in Italia. Era un’impresa ai limiti dell’impossibile riuscire a disperdere tutto il vantaggio di fiducia e speranza consegnato dagli italiani al centro sinistra dopo anni di Governo Berlusconi. Non aver capito nulla della voglia di rinnovamento degli italiani ha consentito di portare il paese in quello che rischia di essere un limbo di ingovernabilità. Nonostante questo è necessario guardare oltre, andare avanti, cercare una soluzione. Per tali ragioni è necessario il massimo rispetto ed ascolto verso gli eletti e verso coloro che hanno votato il Movimento 5 Stelle. Non è stato solo un voto di protesta, ma i milioni di consensi ricevuti significano voglia di riforme vere, strutturali, non solo demagogiche e in grado di far ripartire l’Italia. Il centro sinistra adesso ha il pallino in mano ed il dovere della proposta, avendo la maggioranza relativa dei seggi.

 

Le elezioni a Siena saranno il primo banco di prova di questo “nuovo” centro sinistra. Innanzi tutto il nostro pensiero va a Franco Ceccuzzi, che con grande dignità e umiltà ha ritirato la sua candidatura a sindaco, fatto quasi unico in Italia, così come fu quasi unico il suo gesto di dimettersi immediatamente da parlamentare una volta eletto sindaco di Siena. Certamente sacrificando sé stesso ha dato a tutto il centro sinistra la possibilità di iniziare una straordinaria fase di rinnovamento, che dovrà essere non solo nei metodi, ma anche nelle persone. Mesi fa dicemmo un “no” secco a primarie che non ci piacevano, che non erano in grado di rappresentare la giusta voglia di rinnovamento dei senesi.

 

Il risultato elettorale ha dimostrato che a Siena il centro sinistra è ancora forte e potrà avere la possibilità di esprimere il nuovo sindaco a maggio, se saprà ascoltare la città. Sarebbe opportuno che tutti i protagonisti delle battaglie interne al centro sinistra degli ultimi mesi facessero un passo indietro, ma allo stesso tempo tre avanti, contribuendo tutti insieme a creare le condizioni per un centro sinistra allargato e plurale. Il Pd ha il diritto di essere il partito guida di questo cambiamento, ma non con il senso di autosufficienza e di autoreferenzialità che lo ha caratterizzato negli ultimi anni, non solo a Siena. Pluralismo è parlare con tutti, non solo con chi ti dà ragione o ti asseconda in tutto e per tutto. E’

necessario distinguere la fedeltà cieca dalla lealtà critica, ma limpida. I pensieri diversi, le opinioni dissenzienti devono essere un valore e non perseguiti come se ci fosse il “reato d’opinione”, perdonateci il termine forte. Non tutti coloro che dissentono devono necessariamente avere interessi particolari e trasversali. Spesso chi esprime un pensiero lo fa liberamente, solo per il bene della città.

Basta la caccia ai fantasmi e le liste dei buoni e dei cattivi. A questo ci penserà la magistratura nelle tante indagini in corso. Basta parlare di tradimenti e traditori, minacciando querele a destra e sinistra. Basta con la paura di esprimere il proprio pensiero temendo possibili ritorsioni. Voltiamo pagina, adesso! Senza queste basi, nessun nuovo centro sinistra potrà essere costruito.

 

E’ questo che noi auspichiamo. Non senza qualche sacrificio abbiamo ripreso un forte dialogo con Siena Futura, coscienti che solo unendo le forze, mettendo liberamente a disposizione le migliori energie la città potrà ripartire. Le vicende giudiziarie hanno aperto uno scenario allucinante e come tutti i senesi attendiamo l’esito delle indagini e dei processi, con la massima fiducia e stima nella magistratura. Le urne anche a Siena hanno sconfitto i “monetinari” ed i “manettari”, lasciando così spazio alla serena e libera azione dei magistrati, che si sono già dimostrati ampiamente all’altezza del loro compito e per questo ricevono la nostra massima fiducia e stimolo ad andare avanti.

 

In ogni caso neppure il più giusto dei processi ridarà a Siena la banca come era, così come non restituirà solidità al bilancio dell’Università e serenità ai tanti lavoratori che vivono momenti difficilissimi sia all’Ateneo che in tante aziende del territorio.

Dobbiamo voltare pagina, in modo netto e chiaro.

 

Ora è iniziato l’ultimo giro per il centro sinistra, l’ultima possibilità di interpretare la voglia di rinnovamento dei senesi. Che si individui dunque un candidato sindaco proveniente dalla società civile, una persona libera, che possa unire sia al primo che al secondo turno tutti coloro che si riconoscono in una visione comune della società. Una persona che non dovrà avere vincoli o lacci per fare la sua giunta, ma che privilegi solo le competenze e la volontà, piuttosto che l’appartenenza politica. Diremo “no” a vecchi arnesi, a chi è vissuto solo di politica o che sia stato parte del dissesto degli enti e delle istituzioni cittadine. Non vogliamo neppure salvatori imposti o proposti da fuori. Siena ne ha già avuti a sufficienza. La città, la nostra millenaria storia, l’onestà dei cittadini, la voglia di ripresa che tutti abbiamo a prescindere dal colore politico, merita un candidato che riporti Siena sulle prime pagine della cronaca per le nostre bellezze, per la forza delle nostre tradizioni e delle nostre imprese e della loro creatività, sperando che fra cento anni il prossimo lustro sia ricordato come il miglior esempio di Rinascimento di una città dopo una crisi che definire terribile è sicuramente poco.

 

 

 

Leonardo Tafani PSI-Riformisti