Mostre o musei, il piacevole dilemma

modiglioni-mostre-toscana-autunno

Con la prossima apertura di “Amedeo Modigliani: Quando conoscerò la tua anima dipingerò i tuoi occhi” ad Arezzo (il 21 novembre) si completerà il panorama delle mostre d’arte in Toscana, che già comprende “Synchronicity. Contemporanei, da Lippi a Warhol” al Palazzo Pretorio di Prato, “Bellezza divina fra Van Gogh, Chagall e Fontana” a Palazzo Strozzi a Firenze, “Toulouse-Lautrec. Luci e ombre di Montmartre” a Palazzo Blu di Pisa, e “Arnaldo Pomodoro. Continuità ed innovazione” all’Opera Primaziale, sempre a Pisa. Solo per citare le principali, scelte anche in maniera arbitraria, si intende.

E si ripropone anche quest’anno il dilemma più piacevole dell’autunno-inverno in Toscana: meglio andare a vedere le mostre temporanee o i musei e le collezioni permanenti? A partire, tanto per entrare subito nel vivo, con il nuovo Museo dell’Opera del Duomo di Firenze, che ha riaperto al pubblico il 29 ottobre 2015, con un allestimento che esalta quella che viene definita – a ragione – la maggiore concentrazione di scultura monumentale fiorentina al mondo: Arnolfo, Ghiberti, Donatello, Luca della Robbia, Antonio Pollaiolo, Verrocchio, Michelangelo. Ed anche qui per citare soltanto i più grandi.

Dilemma piacevole perché esalta l’offerta culturale della Toscana in quella che è la “bassa stagione” turistica, quando – purtroppo per gli operatori economici e per gli stessi musei – non ci sono più file ed affollamenti e dunque si possono vedere nel modo corretto le magnifiche opere d’arte custodite nei nostri musei. Penso – per fare il caso di Siena – alla magnifica vetrata di Duccio di Buoninsegna al Museo dell’Opera del Duomo, alla Maestà di Simone Martini al Museo Civico (che compie esattamente 700 anni), al ciclo di affreschi del Pellegrinaio nell’antico spedale del Santa Maria della Scala. E lascio a voi enumerare altre opere ed altri artisti e moltiplicare il tutto per il numero delle altre città d’arte…

Musei, collezioni, chiese che, d’altra parte, sono ogni giorno a nostra disposizione, spesso pagando biglietti di importo assolutamente corretto, se non modesto, mentre le mostre durano pochi mesi e di solito chiudono entro la fine di gennaio, e quindi sono occasioni da cogliere al volo o perdere per sempre.

Dilemma piacevole, dunque, la cui unica risposta sbagliata è quella di non andare a vedere nulla, né mostre, né musei. Ma dilemma che andrebbe risolto in maniera più consapevole – riconosciuta la libera iniziativa e la buona volontà di tutti i soggetti coinvolti – all’interno di una politica culturale regionale, che fosse di “invito all’azione”, o meglio alla visita.

Per i residenti prima ancora che per i turisti, nel senso di avere una comunicazione incisiva che trasformasse i fine settimana di tanti toscani in occasioni per tornare a vedere – avendo il piacevole dilemma da risolvere – le nostre città piccole e grandi, che non visitiamo da troppi anni.

Roberto Guiggiani