Il 10 ottobre 1611 vengono organizzati nel Campo il gioco delle pugna e una giostra in onore della famiglia granducale, in visita a Siena. La sera precedente, infatti, erano arrivati in città il Granduca di Toscana Cosimo II de’ Medici, accompagnato dalla consorte, dalla madre, dal fratello, il principe Francesco e da buona parte della corte, e vennero accolti “fuori della porta da 100 uomini d’arme decorosamente vestiti, dai quali vennero accompagnati i suddetti Principi fino al loro Palazzo costruito modernamente in faccia della Metropolitana”.
La presenza dell’intera famiglia granducale, probabilmente, ha uno scopo politico ben preciso: si stanno, infatti, preparando le celebrazioni per la consacrazione della basilica di Provenzano (che avverrà il 16 ottobre, seguita dalla cerimonia di traslazione dell’immagine mariana nella sua nuova “casa”) e Cosimo II voleva promuovere e legittimare il culto della Madonna di Provenzano tanto da mettere in secondo piano quello della Madonna del Voto, la cui venerazione, molto sentita dai cittadini, era, ai suoi occhi, troppo legata con le vicende repubblicane di Siena.
Come sempre, all’arrivo di personalità tanto importanti, la città si prodiga in spettacoli e divertimenti in loro onore, per cui “fu rappresentato nella gran Piazza il giuoco delle pugna, del quale i Serenissimi Principi avendo dimostrato uno straordinario piacere fu ripetuto più volte” (in genere le pugna si disputavano in squadre: il Terzo di Città contro San Martino e Camollia e la lotta, come dice il nome, era condotta a pugni, ma anche a schiaffi e morsi; alla fine i vincitori erano incoronati di alloro), e dopo le pugna, addirittura, ci racconta Agostino Provvedi, “egualmente con magnifica pompa dai Signori uomini d’arme fu rappresentata una magnifica giostra”.
di Maura Martellucci e Roberto Cresti