Il 13 febbraio 1682 l’Opera di Provenzano, grazie soprattutto al suo Rettore, Alcibiade Lucarini Bellandi, presenta alla Balia una richiesta importante: si vuole aprire, infatti, una strada più grande e diretta che porti alla Collegiata di Provenzano che già aveva di fronte, al pari di altre importanti chiese cittadine ( San Domenico o Sant’Agostino per fare due esempi) una piazza alla quale si accedeva, però, da una strada laterale. In questo giorno l’Opera chiede che si possa aprire la nuova strada che sia affiancata da loggiati ciechi che avvicinandosi alla chiesa diventino, mano a mano, più bassi per creare un effetto prospettico e suggestivo.
Nello stesso mese di febbraio la Balia delibera di concedere quanto richiesto e che la strada vada dal canto “della casa degli Avveduti” alla Collegiata, e autorizza una spesa di 1500 ducati per l’acquisto delle case da abbattere e per la realizzazione delle opere necessarie. I lavori per la realizzazione della Strada Nuova di Provenzano iniziano, tuttavia, solamente intorno al 1691 e si protraggono almeno fino agli anni Venti del Settecento.
Il risultato fu comunque di grande effetto: una via di notevole ampiezza e assai ricca di apparati decorativi; su entrambi i lati, infatti, vennero realizzate varie campate che seguono l’andamento planimetrico in discesa della strada, costituite da una sequenza di archi ciechi a tutto sesto, poggianti su massicci pilastri e inquadrati da lesene sormontate da una cornice.
La strada Nuova di Provenzano, infatti, fu ideata per rispondere alle esigenze del centro di culto e, dunque, come se si trattasse di un allestimento processionale e un percorso devozionale permanente, in sostituzione degli apparati effimeri che all’occorrenza venivano approntati. In onore di chi tanto si prodigò per tale risultato dallo stradario del 1861 la strada si chiamò costa Lucherini, per poi essere denominata via Lucherini nel 1871.
Maura Martellucci
Roberto Cresti