Il 13 settembre 1729 Violante Beatrice di Baviera, Governatrice di Siena, firma e approva, senza apportare modifiche, la “nuova divisione de’ confini fra le Contrade”. Il numero delle Contrade è così definitivamente fissato a 17 e il concetto di base che ispira le determinazioni stilate da Nicolò Sozzini e Angelo del Cotone, incaricati dell’importante lavoro, è quello di dare a ogni Contrada una porzione di territorio (e di conseguenza di persone che ci vivono sopra e che contribuiscono finanziariamente alla vita della Contrada stessa) il più possibile uguale a quello delle altre.
Non si tratta, infatti, di un riaggiustamento ma di un atto che fa piazza pulita delle vecchie attribuzioni e che, infatti, aggrega, senza tanti complimenti, ad una Contrada strade o piazze che erano state tradizionalmente considerate, fino ad allora, pertinenze di un’altra. Il bando determina con assoluta precisione come le Contrade “in avvenire debbono contenersi sì nel questuare, che nel battere la cassa, tolta la facoltà di ritrovarne, o riassumere delle nuove, e reservate le facoltà agli abitatori di ciascuna Contrada per poter eleggere in loro protettori nobili, anco quelli che abitassero fuori delle proprie Contrade, come anco di battere cassa e far feste in quelle strade o piazze che fan confine fra di loro”.
E perché le disposizioni non restino solo sulla carta di un atto amministrativo, dopo l’approvazione definitiva di questo 13 settembre, il bando viene messo a stampa, nel successivo gennaio del 1730, in modo che, chiunque, possa controllare con i propri occhi ciò che in esso si contiene. Violante segue i lavori da lontano, ma avalla l’operato dei suoi collaboratori senesi controfirmando un bando che, oltre a stabilire l’appartenenza di strade, vicoli e piazze, sancisce con assoluta chiarezza la proibizione, da ora in poi, a costituire Contrade nuove o anche solo a voler far rivivere contrada non più presenti sulla scena cittadina.
Roberto Cresti
Maura Martellucci