Il 15 giugno 1795 il Granduca di Toscana Ferdinando III firma alcune importanti deliberazioni relative all’ospedale di Santa Maria della Scala: per prima cosa il Rettore Giulio Pannilini venne nominato rettore dell’Opera del Duomo e al suo posto viene eletto Giovanni d’Antonio Pieri, inoltre vengono stabiliti nuovi ordinamenti “pel buon governo e per l’economia della Casa”.
Tra i provvedimenti presi si evidenzia un tentativo di riduzione delle spese che l’ente ospedaliero si trovava ad affrontare perciò vennero ridotti gli stipendi a partire proprio da quello del Rettore. Si operò anche una notevole diminuzione degli impiegati, mentre l’amministrazione dell’ospedaletto delle gravide occulte passò alla Compagnia dei Disciplinati che già gestiva anche quello detto dei Tignosi.
Il seminario Soleti venne destinato alla vendita (fondato a metà Seicento grazie ad un lascito fatto all’ospedale da Federigo Soleti, lui stesso gittatello cresciuto dal Santa Maria, si prefiggeva di far studiare gli esposti che dimostravano maggiori qualità avviandoli a professioni più qualificate), venne soppressa la Libreria dell’Ospedale e donata all’Università.
Il Granduca Ferdinando III, però, potenziò il numero e aumentò lo stipendio delle balie che dovevano accudire i fanciulli esposti, perché la mortalità all’interno dell’ente aveva assunto cifre preoccupanti. La crisi finanziaria, del resto, sta tediando il Santa Maria della Scala dall’inizio del Settecento causata principalmente dal crollo della produzione nelle grance e dalla mancanza di investimenti, dalla trascuratezza nella riscossione di crediti e affitti, ma anche dal numero spropositato di impiegati che porta ad esuberanti uscite in vitti e salari.
Già nel 1775 era già stata disposta la vendita o l’affitto di tutte le proprietà agricole (tranne le grance di Cuna e di Serre di Rapolano) per cercare di risanare il bilancio e dal 1783 tutto la gestione ospedaliera passò completamente nelle mani granducali, fatto che determinò la definitiva curvatura dell’ente verso la specializzazione sanitaria.
di Maura Martellucci e Roberto Cresti