La Carriera del 16 agosto 1804, alla quale era presente la Regina d’Etruria Maria Luisa Giuseppa, segnò una svolta fondamentale nella storia paliesca. Gli apparati furono imponenti ed anche il Corteo fu particolarmente sontuoso.
Scrivono le cronache che sfilò anche un “Carro rappresentante i Giuochi Olimpici”, a forma di Circo Equestre. Nella parte posteriore si ergeva il drappellone, cui facevano corona le dieci bandiere delle Contrade partecipanti alla corsa. Una figura femminile, la Vittoria Olimpica, teneva con una mano il drappellone e con l’altra un serto che avrebbe cinto le tempie del vincitore; più in basso erano Castore e Polluce (ai quali Ercole aveva raccomandato i Giuochi Olimpici) che la additavano, e ricordavano verseggiando ai fantini che per ottenerla erano necessari valore, virtù e preghiera. Sotto di loro l’Ossilo teneva in mano uno scettro d’argento.
Come se ciò non bastasse, i fantini (che si trovavano sul carro allegorico, n.d.r.) dovevano, per tutta la durata del Corteo in Piazza, rimanere rivolti verso la Vittoria in atteggiamento supplice, protendendo verso di lei offerte augurali di frutta ed erbaggi sacrali”). Poi la corsa, vinta dalla Contrada dell’Oca, entusiasmò la Regina a tal punto che chiese al gonfaloniere Celso Bargagli di rivederla. Si dice che il gonfaloniere provò a sottrarsi all’invito, ma la Regina non intese ragioni e ripetè: “rivoglio il Palio!” fissando la data a lunedì 20 agosto.
Dato il tempo strettissimo il Palio fu ricorso dalle stesse Contrade che avevano partecipato al Palio ordinario e vinto dalla Tartuca. Il fatto di correre due Carriere con le stesse Contrade, però portò le Contrade rimaste escluse da ben due Palii ad inoltrare non poche proteste, proteste che condurranno alla modifica del sistema dell’estrazione alternando, come avviene oggi, luglio con luglio ed agosto con agosto.
di Maura Martellucci e Roberto Cresti