Il 16 luglio 1887 si corse il Palio di Provenzano, che era stato rimandato dal 2 luglio per attendere l’arrivo dei reali d’Italia: re Umberto I e la regina Margherita di Savoia.
Tutte le fasi “preparatorie” alla Carriera si erano tenute nei giorni precedenti (estrazione, tratta, prove) e finalmente venne il tanto atteso giorno in cui le Contrade potevano misurarsi sul Campo.
I reali assistettero al Palio dal Circolo degli Uniti e fu un pomeriggio ricco di novità per tutti i senesi: il corteo storico venne arricchito da un nuovo carro e aumentato di ben 140 figuranti tra paggi, armigeri, trombettieri, cavalieri e “Guardie del Comune”, in modo da risultare più solenne e impressionare gli ospiti; i “Musici di Palazzo” suonarono per la prima volta le note della “Marcia del Palio”, composta dal maestro Pietro Formichi (altre fonti indicano la sua introduzione per la Carriera di due anni prima, visto che la banda municipale era stata ricostituita proprio a maggio del 1885); al posto del canape fu utilizzato per dare la mossa un nastro tricolore, posizionato davanti ai cavalli all’uscita dall’Entrone, che li accompagnò fino alla cosiddetta “Ferrareccia”, un luogo prossimo al chiasso del Bargello, da dove fu data la mossa.
La Carriera si svolse con poche emozioni e vinse la Giraffa con Genesio Sampieri, detto il Moro e la cavalla Farfallina. Anche l’arrivo fu spostato davanti agli Uniti affinchè Umberto e Margherita potessere godersi appieno la corsa. Si racconta, inoltre, che il priore della Giraffa avrebbe confidato a Sampieri, che il fantino vincitore, oltre a ricevere un premio in denaro dal re, sarebbe stato assunto nelle stalle reali. La possibilità di avere un posto fisso e sicuro mise le ali a Genesio che vinse il Palio ottenendo, però, con grande delusione, soltanto i soldi del re, ma non l”impiego tanto sognato.
di Maura Martellucci e Roberto Cresti