Il 17 giugno del 1310 il Consiglio della Campana delibera che “ne la festa de la detta Vergine Maria, ogne anno del mese d’agosto” si doveva fare “festa et allegreça” disputando “uno Palio di valuta di L libre di denari”, che doveva essere comprato dagli Ufficiali di Biccherna, deputati ad organizzare i festeggiamenti per l’Assunta.
Il palio del 15 agosto del 1310 fu dunque il primo corso a spese del Comune che paga Salvo d’Orlando, pellicciaio, e Lolo, venditore di stoffe, per un drappo “di sciamito (tessuto di seta pesante simile al velluto) foderato di vaio (pelliccia ricavata dal mantello invernale dello scoiattolo grigio con la pancia bianca, tipico delle foreste russe o della Siberia)”, del valore, non indifferente, appunto, di 50 lire (non poco se si pensa che negli stessi anni 100 lire è il valore minimo della casa che si devono costruire nel Borgo Nuovo di Santa Maria, oggi all’Orto de’ Pecci, coloro che, da fuori, volevano diventare cittadini senesi).
Il drappo nei palii alla lunga veniva consegnato al proprietario del destriero vittorioso (spesso i veloci “berberi” nordafricani, da cui il termine “barbero”, e da lì barbaresco) quasi sempre montato da un giovane fantino (“ragazzi” o “fantolini” vengono spesso definiti nei documenti), anche se talora, anzi molto spesso, correvano i cavalli scossi. Specie tra Quattro e Cinquecento i soggetti migliori erano portati dalle scuderie dei grandi signori, quali, i Gonzaga o i Borgia o i Medici, abituali partecipanti al palio senese. In origine la mossa era a Fontebecci e solo dal tardo Cinquecento fu spostata prima fuori Porta Romana, tra l’osteria del Pavone e la chiesa di Valli, e poi presso il monastero di Santa Maria degli Angeli, “Il Santuccio” (oggi in fondo a via Valdimontone una pietra rettangolare ricorda il punto in cui era posto il verrocchio).
L’arrivo, invece, è rimasto sempre davanti al sagrato del Duomo, all’altezza della colonna con la lupa sulla parte destra della scalinata, dove veniva collocato il drappellone (ben diverso, nel suo aspetto e nel suo significato da quello che assumerà con il Palio alla tonda e che ha per noi oggi). Bisogna aspettare dunque questo 17 giugno del 1310 e che il Comune decida di farsi carico delle spese di organizzazione della corsa di cavalli, per arrivare, di fatto, all’istituzionalizzazione del palio alla lunga in onore di Santa Maria Assunta. Fino a questo momento, infatti, nel quadro dei festeggiamenti organizzati per l’Assunta la corsa dei cavalli scossi ha sempre avuto un ruolo secondario rispetto alla processione di offerta dei ceri come dimostra il fatto che la cifra investita per far fronte alle spese ad essa relative, annotate nei Libri di Biccherna dal 1246, aumentano anno dopo anno, segno della sempre crescente cura con la quale la processione veniva preparata.
Maura Martellucci
Roberto Cresti