Cultura

18 settembre 1910: si pone la prima pietra del nuovo Palazzo delle Poste

Il 18 settembre 1910 si pone la prima pietra del nuovo Palazzo delle Poste. Il luogo prescelto per la costruzione è l’allora piazza Umberto I (oggi piazza Giacomo Matteotti) nel ponto in cui in passato sorgevano la chiesa di sant’Egidio e l’ex convento delle Cappuccine ormai demoliti dall’inizio del ‘900 quando iniziò la ristrutturazione globale dell’intera area.

Di fronte ad una folla di senesi, come dimostrano anche foto d’epoca, il ministro delle Poste e Telegrafi, Augusto Ciuffelli, tenne il discorso inaugurale. Il ministro e le autorità presenti firmarono una pergamena che venne posta in un cilindro di piombo, insieme ad una serie di monete con l’effige del re Vittorio Emanuele III, introdotto in un foro posto nella prima pietra calata nella fossa appena scavata.

I lavori, affidati all’architetto Vittorio Mariani e realizzati dall’impresa edile senese di Pietro Ciabattini, durano esattamente due anni e il nuovo Palazzo delle Poste e Telecomunicazioni viene inaugurato il 20 settembre 1912. Da allora quella, per i senesi, sarà sempre e solo piazza della Posta. Alla data dell’inaugurazione l’ufficio postale di Siena ha una quarantina di dipendenti e il direttore è il cav.rag. Pericle Vannuccini. 


In precedenza le poste si trovavano all’interno di Palazzo Spannocchi, in piazza Salimbeni, preso in affitto dal Ministero dei Lavori Pubblici dalla banca Monte dei Paschi che lo aveva acquistato nel 1880. Al tempo era stato il Partini, sempre su incarico del Monte dei Paschi, ad elaborare il progetto di adattamento del piano terreno e del loggiato interno agli usi previsti dalla nuova destinazione, chiudendo con cristalli di vetro gli spazi tra le arcate del cortile. “Abbattuto il ballatoio, restaurate le arcate e le relative colonne, coperto l’ambiente da un grandioso lucernario, decorate le pareti da stupendi graffiti per mano dei professori Franchi e Bandini, lo sconcio cortile è divenuto la più bella, la più elegante aula postale che abbiasi in Italia”. Con queste parole il pittore Luigi Mussini aveva commentato la trasformazione in Ufficio Postale compiuta da Partini a Palazzo Spannocchi.

di Maura Martellucci e Roberto Cresti 

Imma Iodice

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