Il 22 agosto 1320 a Siena si incendiarono alcune torri sulle quali erano stati accesi dei falò per festeggiare la presa del castello di Mensano.
Quella notte, inoltre, tirava un forte vento che oltre ad essere forse la causa del propagarsi del fuoco, alimentò le fiamme e rese difficoltose le operazioni di spegnimento. Una delle torri colpite dal fuoco era quella di Mignanelli sulla quale si trovavano le campane del Pubblico, non essendo ancora stata costruita la torre del Mangia.
Nel crollo successivo alle fiamme le campane rimasero danneggiate ed il Comune ordinò le nuove ad un maestro di Pisa, che ricevette l’incarico di realizzare con grande urgenza una campana grossa e la “squilla la quale è quella che (…) anco suona alle volte quando è athachato el fuoco per la città”.
Solo nel XIV secolo i cronisti senesi ricordano qualcosa come sessantaquattro incendi, sei dei quali di accertata origine dolosa. Ai piromani era riservata la punizione massima deliberata con queste parole nel Costituto del Comune di Siena del 1310: per chi “fuoco metterà in alcuna casa, la quale sia ne la città di Siena ovvero intra le castellacce o vero ne li borghi, o vero mettere farà o vero aiuto o vero consellio darà che sia messo in alcuna casa” che ci sia la morte sul rogo.
di Maura Martellucci e Roberto Cresti
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