Cultura

23 luglio 1478: i soldati di Alfonso di Calabria bombardano il castello di Rencine

Il 23 luglio 1478 un esercito formato da soldati di Alfonso di Calabria, figlio di Ferdinando d’Aragona, re di Napoli, di papa Sisto IV (Francesco della Rovere) e della Repubblica di Siena sottopose ad un bombardamento di grande violenza (beninteso: relativamente alle modeste potenzialità delle artiglierie dell’epoca) il castello chiantigiano di Rencine sfondando in più punti le mura, tanto che – scrisse Giugurta Tommasi, peraltro sbagliando la data e attribuendo il fatto al 25 luglio – Rencine “fu presa, saccheggiata e arsa, e furono a’ merli appiccati per la gola ventidue di que’ difensori”. La caduta di Rencine aprì la strada alla presa di Castellina in Chianti, nodo strategico fondamentale per Firenze.


La storia era cominciata molto prima, all’indomani della congiura dei Pazzi (26 aprile 1478) e della reazione di Lorenzo dei Medici contro i nemici della sua famiglia per vendicarsi dell’uccisione del fratello Giuliano. L’episodio era stato solo apparentemente locale: dietro gli anti-medicei c’era una vera e propria coalizione capeggiata dal papa Sisto IV.

Fra gli uccisi del dopo-congiura c’era stato il cardinale Salviati e questo aveva consentito a Sisto IV di scomunicare Lorenzo dei Medici e di chiedere a Firenze di consegnarglielo. Al rifiuto della città, il papa le aveva mosso guerra appoggiandosi a un gruppo di tradizionali nemici di Firenze: Napoli, Lucca e Urbino. Siena, sul momento, era rimasta nello stato di non belligeranza, ma quando le truppe aragonesi avevano chiesto, a inizio luglio, passaggio dal territorio senese per raggiungere Firenze e, di conseguenza, i fiorentini avevano devastato le terre senesi di confine per rappresaglia, era entrata anch’essa nella coalizione partecipando attivamente proprio alla devastazione e alla presa di Rencine e a tutte le operazioni di guerra successive.

L’anno dopo, 1479, nel settembre, Siena avrebbe riportato su Firenze la vittoria nella battaglia di Poggio Imperiale (immortalata nella Sala del Mappamondo del Palazzo Comunale di Siena da Giovanni di Cristofano Ghini e Francesco d’ Andrea) e si sarebbe insignorita di Colle Val d’Elsa. La pace stipulata fra Lorenzo dei Medici e Napoli, nel 1480, avrebbe però azzerato tutte le conquiste territoriali senesi e riportato le terre di confine sotto l’antica dominazione fiorentina.

di Maura Martellucci e Roberto Cresti

Imma Iodice

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