Il 24 giugno 1781 nasce a Siena Quirina Mocenni, nobildonna che si avvicina giovanissima al miglior mondo della cultura, certamente aiutata dall’avere come madre Teresa Regoli Mocenni, famosa per aver dato vita, nel suo Palazzo di via dei Rossi, ad un vivacissimo salotto, crocevia di letterati e personalità del calibro di Vittorio Alfieri.
Quirina è la seconda figlia di Teresa a Ansano Mocenni, compie i suoi studi presso il conservatorio di Santa Maria Maddalena a Siena e il 20 agosto 1802 viene data in sposa a Ferdinando Magiotti di Montevarchi, uomo fragile di salute e di cultura modesta, che le offre una vita di agi ma di infelicità.
Nell’epistolario con la sua più grande amica, la contessa Luisa d’Albany, Quirina viene descritta come “una giovane donna triste e sgraziata, poco avvenente, alla perpetua ricerca di quella felicità che il matrimonio non poteva offrirle”. Quirina vive tra Siena, San Leonino e Firenze, dove apre il suo salotto (proprio come aveva fatto la madre) alle più spiccate menti delle lettere, delle arti, della politica quali Silvio Pellico e Giuseppe Mazzini.
Ma è proprio a Firenze, nell’ottobre del 1812, che Quirina conosce l’uomo che plasmerà tutta la sua vita: Ugo Foscolo. Tra loro nasce subito un rapporto amoroso che dura fino all’autunno del 1813 (si dice il più lungo che il celebre poeta abbia intrattenuto nel corso della sua vita), tuttavia il legame d’amicizia tra i due prosegue fino alla morte del poeta, come documenta un ricchissimo carteggio. Quirina, che di fatto amò l’affascinate poeta per sempre, in silenzio, in disparte, accontentandosi dell’affetto amicale che lui le riservava, rappresenta comunque un costante un punto di riferimento per Foscolo che supporta anche finanziariamente durante i giorni dell’esilio, prima in Svizzera e poi in Inghilterra.
Ma i due amici sono destinati a non incontrarsi mai più. Lei, Quirina, la sola che Foscolo definì la sua “donna gentile”, è stata custode e paladina in difesa della sua fama e la sua memoria, promotrice dei suoi scritti e attiva per raccogliere i testi inediti del poeta (ad esempio, con l’aiuto di Silvio Pellico, acquista, sotto anonimato e per 1462 lire italiane, i 444 volumi che Foscolo aveva lasciato a Milano, salvandoli, così dalla dispersione). Contribuisce in prima persona all’edizione di molti testi del e sul poeta come le “Scelte opere di Ugo Foscolo in gran parte inedite sì in prosa che in verso con nuovi cenni biografici e note del professore Giuseppe Caleffi” (Fiesole 1835) e le “Prose e poesie edite ed inedite di Ugo Foscolo” curate da Luigi Carrer (1842).
Collabora poi con Mazzini quando l’esule italiano, a Londra, si appresta, dopo aver recuperato le carte di Foscolo, a stampare gli “Scritti politici inediti raccolti a documentarne la vita e i tempi” (Lugano 1844). Quirina muore a a Firenze il 3 luglio 1847 e viene sepolta nel chiostro di Santa Maria Novella. La sua corrispondenza con questi grandi dell’Ottocento e la sua biblioteca foscoliana sono conservate alla Biblioteca Marucelliana di Firenze.
di Maura Martellucci e Roberto Cresti