Il racconto della battaglia di Monteaperti è stato centrale nella dissertazione che il professor Alessandro Barbero, storico e saggista, ha fatto dopo aver ricevuto oggi il diploma “Honoris Causa” della Scuola di archivistica dell’Archivio di Firenze.
Per l’occasione è stato esposto il “Libro di Montaperti”, documento di fonte fiorentina sulla storica battaglia del 1260, che diventò bottino di guerra senese e che tornò nel capoluogo di regione nel 1570, quando la nostra città era oramai domino mediceo.
“Per uno storico quella di Monteaperti è una sfida bellissima perché nessuno sa cosa è realmente accaduto. Possiamo affidarci solo alle differenti storie che nascono dai ricordi dei senesi e dei fiorentini”, ha detto il docente che per ventisei anni ha avuto la cattedra all’Università del Piemonte orientale alla stampa.
“Ha saputo utilizzare con efficacia tutte le risorse comunicative disponibili oggi, associate ad un linguaggio chiaro e piano ma mai banale che, pur senza mai dimenticare l’analisi delle fonti storiche, è riuscito ad avvicinare il più vasto pubblico a questioni storiografiche anche molto complesse, suscitando in particolare nei giovani un vivo interesse per la storia e le sue fonti”: è la motivazione del suo riconoscimento.
“Esprimo il mio vivo apprezzamento per aver ricevuto il riconoscimento da un punto di riferimento per i ricercatori di tutto il mondo, e luogo a me assai caro per le preziosissime fonti qui conservate”, dichiara Barbero.
“Questo riconoscimento non solo celebra lo straordinario contributo del professor Barbero alla ricerca storica e alla divulgazione, ma evidenzia anche l’importanza cruciale della formazione archivistica e della valorizzazione del nostro patrimonio documentario che avviene attraverso le 17 scuole di archivistica istituite agli Archivi di Stato”, commenta il dg Archivi, Antonio Tarasco.
“L’impegno del professor Barbero per una divulgazione storica di qualità ha attivato un importante impatto cognitivo nei confronti di nuovi e diversi pubblici, contribuendo a incrementare l’accessibilità delle fonti archivistiche, a partire da quelle conservate all’Archivio di Stato di Firenze”, dichiara la direttrice dell’Archivio, Paola D’Orsi.