“Chi ti ha fatto quegli occhioni?” è un classico della tradizione popolare senese. E’ un botta e risposta acceso da una domanda ben precisa
In quanto a occhioni la Georgie dell’omonimo cartone animato non era messa male. Come tutte le eroine dei manga giapponesi, del resto. Quando si commuovevano potevi vedere, in quei globi che avevano al posto dei bulbi oculari, anche le onde del mare e, a controllare bene, persino la balena di Pinocchio. Difficile che la protagonista del canto “Chi t’ha fatto quegli occhioni?” sia giapponese, ma di sicuro il suo sguardo abbagliante è la ragione del suo fascino. L’innamorato le chiede, per l’appunto, chi siano i sommi creatori di tanta bellezza. La risposta della ragazza è chiara, precisa e abbastanza scontata, non essendo lei la pecora Dolly: mamma e babbo. Visto che è una tipa precisina indica allo spasimante pure il luogo della sua concezione, la riva del mar (c’è posto più romantico dove fare all’amore?). Da questa risposta in poi, le parole che sentiamo pronunciare in questo canto sono tutte proferite dalla giovane, che, in pratica, “ruba” il ruolo di “io narrante” all’uomo. Dopo aver descritto il proprio concepimento, la ragazza indica prima il come è nata, verginella, e poi il dove, in mezzo ai fiori. A chiusura di queste strofe troviamo sempre il richiamo alla “riva del mar” richiamata nella prima.
Il canto, di origine senese ha la sua peculiarità nelle variazioni delle ripetizioni. Le frasi vengono in prima battuta pronunciate dal solista o dalle prime voci, poi dai bassi e alla fine da tutti i cantanti insieme. Non abbiamo conoscenza di canzoni “gemelle”, tuttavia la domanda “Chi ti ha fatto quegli occhioni?” è ricorrente nella tradizione popolare. Esiste in Lombardia un canto simile al nostro che fa così: “Chi t’ha fatto quei bei oggitt/oggitt d’amor, oggitt d’amor?/Me li ha fatti la mia mamma/con l’aiuto del mio papà,/non mi toccar, son debole,/son verginella d’amor…”. Fare un elenco dei riferimenti letterari o musicali incentrati sugli “occhi” potrebbe portare via molto tempo, tanto vale farne uno solo, più scherzoso: “Yeeeh!” dei Primitives, una hit degli anni ’60 che iniziava con le parole “I tuoi occhi sono fari abbaglianti e io ci sono davanti…”. Proviamo a immaginare come sarebbe divertente una versione di “Chi ti ha fatto quegli occhioni?” cantata con l’accento british di Mal.
Chi ti ha fatto quegli occhioni?
Me li ha fatti la mia mammà (la mia mammà)
con l’aiuto del mio papà
là, sulla riva del mar.
Sono nata verginella
verginella io voglio morir (io voglio morir)
verginella io voglio morir
là, sulla riva del mar.
Sono nata in mezzo ai fiori
in mezzo ai fiori io voglio morir (io voglio morir)
in mezzo ai fiori io voglio morir
là, sulla riva del mar.
In mezzo ai fiori io voglio morir
Là, sulla riva del mar.
Emilio Mariotti
(Riferimenti bibliografici / Aa.vv.- Di Siena la canzone, Nuova Immagine ed., Siena 2004; P. P. Pasolini (a cura di), Canzoniere italiano. Antologia della poesia popolare, Guanda, Parma 1955)