Lo hanno scherzosamente definito “Palio-tour”, come se fosse la tournée di un cantante, ma effettivamente il programma di presentazioni extra moenia del libro di Duccio Balestracci, “Il Palio di Siena. Una festa italiana”, edito da Laterza, ha toccato varie città. Alcune di esse sono state (e sono ancora) piazze di corse paliesche, ma altre hanno sollecitato la presentazione del volume esclusivamente per interesse e curiosità nei confronti di Siena e della sua festa.
Così, dopo la prima presentazione ufficiale cittadina, nei locali della Biblioteca Comunale e un successivo dibattito al Santa Maria della Scala su Palio e comunicazione, a giugno, e dopo altre iniziative senesi fra luglio e settembre (librerie e contrade), il libro (la cui prima edizione è andata esaurita in 15 giorni) si è messo in cammino per un programma intenso di appuntamenti, forte anche delle molte e lusinghiere recensioni apparse sui principali giornali nazionali e cittadini (“La Repubblica” ha addirittura dedicato al volume e al suo autore la civetta che lanciava un servizio in merito sul “Venerdì” del 15 agosto).
Esordio a Ferrara (3 ottobre) dopo di che il tour ha toccato, a tappe ravvicinate, Asti (11 ottobre), Legnano (24 ottobre), Udine (5 novembre), Mantova (9 novembre), Bari (13 novembre) e Matera (14 novembre). Le performance fuori Siena, peraltro, sono state intervallate da altri appuntamenti cittadini, ancora una volta in contrade, librerie, circoli e istituzioni culturali, come, ad esempio l’Accademia dei Fisiocritici.
In non pochi casi (a Siena e fuori Siena) il dibattito è stato punteggiato dalla proiezione di una serie di clip destinate a comunicare gli aspetti “emozionali” del Palio e della Contrada, realizzate da Massimo Biliorsi al tempo del Canale Civico Siena, illustrate dal realizzatore o, in sua assenza, da Maura Martellucci.
Lontano dalle mura cittadine, il libro ha suscitato una serie di curiosità: pressoché sempre si è chiesto di far capire che cosa sia questa cosa anomala che è la Contrada e come sia stato possibile che essa abbia mantenuto la sua vitalità e, grazie a questa, il Palio stesso; come si è modellato – il Palio – alla storia nazionale e a quella sovranazionale; che cosa significa Contrada oggi in una cultura che sempre più spinge all’individuale e al particolare. Si è ascoltato, così, con interesse che la Contrada è, sì, passione finalizzata ai tre giri di corsa, ma che è anche costruzione di socialità e di solidarietà; che è emozione, ma anche mantenimento attento e quotidiano di un plurisecolare patrimonio memoriale e culturale (e ciò ha anche provocato qualche rammaricata constatazione su ciò che altrove si è perduto, come è successo in una città, a suo tempo grande protagonista di palii, quando una persona ha esclamato “Ma perché, qui da noi, siamo riusciti a perdere e dimenticare tutto questo?”).
Riflessioni, insomma, quelle suscitate, che riaprono l’affascinante e suggestivo scenario delle feste municipali italiane (caratterizzate da corse di cavalli o da altro), di tutte quante le quali il Palio di Siena si presenta con una cifra indubbiamente senese, ma capace di rappresentare, tuttavia, la silloge, mai interrotta, di un patrimonio culturale, ludico e identitario nazionale. In una recensione al libro apparsa su un giornale on-line di Racalmuto (Agrigento) si può leggere come occhiello “Il Palio è anche una festa Siciliana”. Del resto, lo spirito con cui l’autore senese ha scritto questo libro che parla di Siena era esattamente quello.
Sulla scia dell’eco avuta in Italia da questo volume verrà attribuito all’autore il “Premio Mario Celli” il prossimo 21 dicembre, giunto alla sua quarantesima edizione.Gli altri premiti del 2019 sono Caterina Dei, imprenditrice del vino Nobile, Laurentina Guidotti, produttrice Cinematografica. I premiati 2019, senesi di nascita o di adozione, che con la loro opera hanno portato alto il nome di Siena riceveranno l’ambito riconoscimento sabato 21 dicembre alle 18 a Palazzo Pubblico di Siena . Durante la cerimonia come tradizione l’Omaggio al cavallo dell’anno.