Cultura

A Gaiole in Chianti, cinquanta anni di ricerca archeologica in una mostra, venerdì l’inaugurazione di “Cetamura 50″

Sarà inaugurata venerdì 9 giugno, alle 18, a Gaiole in Chianti, nel museo civico “Alle origini del Chianti” la mostra “Cetamura 50. Materiali, persone, ricordi”, cinquanta anni di ricerca archeologica, visitabile fino al 15 settembre.

All’apertura interverranno il sindaco di Gaiole in Chianti, Michele Pescini; il direttore del Florida State University Study Center in Florence, Charles Panarella; il Soprintendente Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Siena, Grosseto e Arezzo, Gabriele Nannetti.

“Questo evento espositivo – spiega il sindaco Michele Pescini – è un’anticipazione dei materiali che andranno a costituire la sezione etrusca della collezione permanente del nuovo Museo ‘Alle origini del Chianti’, che aprirà al pubblico entro l’anno. Inoltre, racconta 50 anni di ricerca archeologica sul nostro territorio gran parte della quale si è svolta sotto la direzione della professoressa statunitense Dott.ssa Nancy de Grummond, docente di etruscologia presso il Department of Classics della Florida State University, tra i massimi esperti dell’antica civiltà etrusca. La nascita del museo civico è il coronamento di questo lungo lavoro congiunto che ha visto impegnati Comune, Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio e Florida State University, alle quali si affianca il gestore del futuro Museo, appena designato dopo la conclusione della gara pubblica. Per la comunità di Gaiole in Chianti rappresenta un progetto di grande valore storico e culturale ma anche economico e turistico. È un patrimonio che vogliamo consegnare alle nuove generazioni”.

Era il 1964 quando Alvaro Tracchi, storico di San Giovanni Valdarno, diede notizia al Soprintendente alle Antichità d’Etruria del rinvenimento in località Cetamura, vicino a Badia a Coltibuono (Gaiole in Chianti), di un insediamento etrusco “di una certa importanza”.

Otto anni dopo Fred Licht, direttore dello Study Center di Firenze della Florida State University, richiese al Ministero di poter iniziare uno scavo archeologico nella località segnalata da Tracchi. Il permesso arrivò nel febbraio del 1973 e già a settembre cominciarono le prime indagini.

Da allora, con regolare continuità, la ricerca si è protratta fino ad oggi: si sono succeduti tanti studenti e archeologi, numerosi specialisti e studiosi, sono anche cambiate le tecniche di scavo e di documentazione, mentre si scriveva la storia dell’archeologia del Chianti e dell’Etruria.

Per 50 anni si sono susseguite le scoperte di un quartiere artigianale, di un santuario con le iscrizioni graffite dei nomi degli offerenti e delle divinità etrusche, di decine di offerte votive, dell’insediamento romano e medievale, di due profondi pozzi che hanno restituito migliaia di manufatti e di testimonianze della flora e della fauna antiche e, infine, di un tesoretto di 194 monete d’argento, probabile paga di un veterano romano forse di ritorno dalla battaglia di Azio (31 a.C.).

Pubblicazioni scientifiche e divulgative, ma anche esposizioni temporanee hanno fatto conoscere, nel tempo, materiali e risultati delle indagini dirette dal 1983 dalla professoressa Nancy T. de Grummond.

Se da una parte la mostra celebra complessivamente 50 anni della ricerca archeologica condotta dalla Florida State University sul colle di Cetamura, richiamando anche nella veste grafica gli stilemi che caratterizzarono la stagione degli anni Settanta, dall’altra presenta i materiali che costituiscono la sezione etrusca della collezione permanente del nuovo Museo Alle origini del Chianti. Cinquanta anni di proficue ricerche sono la migliore premessa per avviare una altrettanto proficua stagione di pubblica fruizione del patrimonio culturale locale.

marco crimi

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