A San Gimignano Fondazione Musei Senesi guarda alle sfide del futuro per la cultura. Marrucci: “Rafforzare il senso di appartenenza”. Ricceri: “Dialogo tra i siti Unesco”

Quale è il ruolo dei musei e delle istituzioni culturali nello sviluppo sostenibile dei territori in cui operano? quali le loro capacità ma anche le necessità di fare rete per intraprendere con il passo giusto questo momento di passaggio verso l’attivazione del Sistema Museale Nazionale che dovrebbe coordinare e raccogliere gli oltre 5mila musei italiani, indipendentemente dalla loro titolarità? Su questi temi fondamentali e su molto altro si sono confrontati oggi i protagonisti del convegno nazionale “Fare cultura in rete”, ospitato all’interno del complesso museale Santa Chiara a San Gimignano, in occasione del 34esimo anniversario del riconoscimento Unesco per la città turrita.

Il convegno – organizzato da Fondazione Musei Senesi e dal Comune di San Gimignano, in collaborazione con Fondazione Santagata e Musei Civici di San Gimignano e con il contributo del Ministero della Cultura, Direzione Generale Educazione, ricerca e istituti culturali – intende fare un punto sullo stato dell’arte e le prospettive future dei sistemi museali in questo momento storico e lo fa non a caso a San Gimignano, nella provincia di Siena dove è nata Fondazione Musei Senesi, una delle prime reti museali in Italia. Il dibattito ha preso le mosse dal concetto di sistema museale su scala locale, stimolando una riflessione critica su come queste istituzioni stiano operando oggi, soprattutto nella cornice del Sistema Museale Nazionale: quali sono le funzioni dell’uno e dell’altra? Come indirizzare una corretta integrazione?

 

Due diverse sessioni per un’intera giornata di lavori: la mattina spazio al ruolo delle istituzioni museali, nella loro capacità di fare rete e degli impatti che questo genera sui territori di riferimento. I musei e le istituzioni culturali, d’altronde, sono sempre più chiamati a farsi promotori dello sviluppo sostenibile dei territori, agendo non solo sulla sfera culturale, ma anche su quella sociale, ambientale ed economica. Oltre alle varie istituzioni pubbliche, chiamate ad aprire i lavori, sono in programma due tavole rotonde, una con uno sguardo sulle strategie e buone pratiche a livello nazionale e l’altra più rivolta alle progettualità regionali.  Il pomeriggio, invece, è stato dedicato a celebrare il 34esimo anniversario dell’iscrizione di San Gimignano nella lista del Patrimonio Mondiale Unesco, con una passeggiata patrimoniale nel centro storico e un focus sui giovani e il loro coinvolgimento nello sviluppo sostenibile del territorio culminato con il lancio dell’Unesco Youth Camp, iniziativa prevista a San Gimignano a marzo 2025 che mirerà a mettere i giovani al centro delle strategie di collaborazione dei Siti Patrimonio Mondiale, anche in ottica di creare una rete fra i siti della provincia di Siena. Parteciperanno all’iniziativa rappresentanti di tutti i siti del patrimonio mondiale della Provincia di Siena, per sottolineare come Unesco rappresenti anche un modello per “Fare Cultura in Rete”, coinvolgendo le comunità e i giovani.

“Così intendiamo mettere al centro coloro che intendono vivere l’arte. vivere il territorio – chiosa il sindaco Andrea Marrucci – Per noi far parte del patrimonio Unesco significa una grande responsabilità verso le future generazioni: dobbiamo tramandare questo straordinario valore universale a chi verrà dopo di noi. Nel quotidiano, significa ricercare costantemente un equilibrio tra i grandi flussi turistici che da tutto il mondo vengono ad ammirare questo patrimonio e le esigenze della comunità locale”.

“Il coinvolgimento dei pubblici giovanili nello sviluppo dei territori attraverso la cultura – afferma il presidente di FMS, Alessandro Ricceri – è uno dei punti strategici della mission di Fondazione. In questa ottica va vista, dunque, la passeggiata patrimoniale che li coinvolge su vari livelli di narrazione, unendo un approccio prettamente storico-artistico, la creatività contemporanea espressa attraverso diversi linguaggi e il racconto personale che anima e dà vita ai luoghi. D’altronde, è naturale per FMS porsi al centro delle dinamiche di rete, ancor più in un territorio come quello senese che racchiude quattro siti del Patrimonio Mondiale Unesco: metterli in dialogo fattivo rappresenta una importante e irrinunciabile direttrice di sviluppo per l’intera comunità”.

“Il patrimonio culturale – aggiunge Alessio Re, segretario generale della Fondazione Santagata per l’economia della cultura – è una risorsa per lo sviluppo: essere un luogo riconosciuto dalla comunità mondiale come sito del Patrimonio Mondiale Unesco rappresenta un valore davvero importante nella società contemporanea. Un valore di carattere culturale, sociale ed economico che le comunità custodi si impegnano a riconoscere e a usare consapevolmente per generare opportunità di sviluppo sostenibile, di inclusione e di benessere condiviso, guardando soprattutto alle generazioni più giovani. Questo il senso delle giornate di celebrazione dell’anniversario Unesco di San Gimignano e dei progetti portati avanti dalla nostra Fondazione, rivolti in particolare ai rappresentanti più giovani di questa città e del suo territorio”.

“Abbiamo iniziato con una riflessione sui casi del sistema dei musei nazionali, per poi analizzare alcune buone pratiche regionali e focalizzarci su esperienze concrete, alcune già concluse, altre in corso. Questo approccio ci è sembrato fondamentale: mettere insieme i musei, gli operatori culturali e farlo in una giornata simbolica come l’anniversario del riconoscimento Unesco del centro storico di San Gimignano”, le parole del direttore FMS Carolina Taddei