L’Opera della Metropolitana e il Santa Maria della Scala, in collaborazione con il concessionario Opera, si aprono al mondo degli studenti per il secondo anno consecutivo, partecipando al progetto alternanza scuola – lavoro con l’obiettivo di avvicinare i giovani al mondo culturale e a quello dell’accoglienza turistica, oggi parte integrante dell’economia locale.
Gian Franco Indrizzi, rettore dell’Opera della Metropolitana: insieme al Santa Maria della Scala e in collaborazione con il concessionario Opera avete aperto le porte alla scuola con ‘Studenti all’Acropoli’. Che cosa significa?
“L’opera della Metropolitana aveva già sottoscritto l’anno scorso un accordo con i plessi scolastici.
Quest’anno è stata coinvolto anche il Santa Maria della Scala, con il quale, recentemente, è stata
avviata una collaborazione per la biglietteria unica dove è appunto possibile acquistare il biglietto
Acropoli comprensivo delle offerte dell’OPA (OPA Sipass) e del Santa Maria. Si tratta di un progetto teso
ad accrescere nei giovani studenti la conoscenza delle bellezze artistiche del loro territorio e a coinvolgerli
attivamente offrendo loro l’opportunità di assistere ed indirizzare i turisti alla visita dei vari siti, nei quali essi
possono, se richiesti, fornire informazioni e notizie storiche. Vengono adeguatamente formati facendoli
partecipare a corsi specifici, somministrati dall’Area tecnica dell’Opera della Metropolitana, in cui apprendono
le più elementari norme in tema di sicurezza. E’ un modo per avvicinare i nostri ragazzi al mondo del lavoro e
suscitare in essi la passione per una cultura che non si apprende sui banchi di scuola ma sul campo grazie
anche alla guida dei più esperti addetti all’accoglienza che svolgono nel contempo anche attività di tutoraggio. L’iniziativa durerà fino a settembre”.
Liceo Classico Piccolomini, Istituto Sallustio Bandini, Liceo Linguistico Monna Agnese e Liceo Scientifico Galilei: 160 ragazzi delle scuole superiori senesi sono stati coinvolti nel progetto. Cosa hanno fatto e cosa faranno, in concreto?
“I ragazzi hanno partecipato a corsi formativi in preparazione al loro impiego sul campo, cioè in Piazza
Duomo, in Piazza Jacopo della Quercia e nei pressi del Battistero e della Cripta. Sono riconoscibili perché
indossano tutti una casacca arancione ed ho sperimentato di persona che i turisti si avvicinano volentieri a
loro chiedendo ed ottenendo informazioni sulle possibilità offerte e sulla dislocazione dei siti. Devo dire che
ho riscontrato tanta buona volontà e serietà nello svolgere il loro compito; alcuni hanno anche modo di
cimentarsi con la loro conoscenza delle lingue, apprezzabile ma, in molti casi, da perfezionare. Sono giovani
e ne avranno la possibilità”.
Il contatto diretto del mondo del lavoro con quello della scuola. Che significato ha nel contesto odierno così complesso per i giovani che guardano alle prospettive future?
“Queste forme di collaborazione, previste anche dal Ministero, costituiscono un primo passo per introdurre
i giovani nel mondo del lavoro, senza avere la presunzione che tutti i partecipanti rimangano invogliati a
proseguire le loro esperienze nel settore culturale. L’auspicio è che almeno alcuni di essi possano un
domani divenire operatori nel settore, un campo che a Siena, a mio giudizio, offre grandi prospettive”.
Ci sono possibilità che da questo progetto nascano rapporti professionali più solidi, laddove si percepiscano le qualità dei giovani?
“Sicuramente il fatto che inizino a maturare esperienze nel contesto può favorire, un domani, l’accoglimento
di una richiesta di assunzione da parte di chi gestisce i servizi. Anche oggi arrivano tantissimi curricula di
giovani alla ricerca di una prima occupazione e più aumentano le nostre iniziative, più si mantiene elevato
l’interesse del pubblico per gli aspetti culturali, più crescono le possibilità che in futuro questi studenti, se lo
vorranno, possano trovare collocazione nel settore”.
Katiuscia Vaselli
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