“O che ti sei alzato a bu’o torto?”
Quelli che al bar, la mattina, chiedono il caffè senza dire “buongiorno”, lanciano un eurino sul bancone e si levano dalle scatole. Quelli che li saluti e loro ti ringhiano come un rott– ops! (scusate, non si può dire). Quelli che vedono qualcuno chinato in Piazza del Campo ad allacciarsi una scarpa (lo fotografono) e sui social inneggiano al degrado ed alla perdita di valori. Quelli dal “vattelo a ripiglia’” che parte come un riflesso involontario. Ecco, tutti questi soggetti, probabilmente, al mattino si sono svegliati ‘a buco torto’.
Per meglio spiegare ai non autoctoni cosa possa voler dire questa colorita esternazione, si definiscono aventi sfintere mal direzionato tutti coloro che non perdono occasione per mostrare il loro lezz – nervoso! (sul lezzo ci si torna un’altra volta). Il mal umore onnipresente nella vita di alcuni, è tratto distintivo di questo status, una vera e propria piaga sociale.
L’homus bucotortus, si aggira solitamente nelle prime ore del mattino: è facile imbattersi in un esemplare di questa specie così comune sulle lastre, specialmente nel lasso di tempo che va dalla colazione alla pausa pranzo. Se siete sfortunati, è probabile che vi imbattiate in lui proprio durante il pasto.
Infatti, è proprio così che il bucotorto contagia le sue vittime: mangi, apri facebook, leggi… E ti viene il bucotorto anche a te.
Arianna Falchi
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