Ci sono termini, detti, perle filosofiche note solo a noi senesi e che, per coloro che vengono da fuori, a volte sono di difficile interpretazione. Questa piccola rubrica ne vuole render chiaro il significato. Oggi parliamo di… Tegami!
“Sei proprio un bel tegame!”
Magari a qualcuna è capitato più di una volta di sentirsi rivolgere cotanto epiteto. E le reazioni possono esser state molteplici a seconda della provenienza della ricevente: da noi, a Siena, probabilmente la donzella in questione ha lasciato volare, a buon ragione, un sonoro malrovescio sulla bocca di chi si è sentito così coraggioso. Altre, signorine provenienti da diverse zone della penisola, magari hanno unicamente rivolto sguardi interrogativi e ci può stare che abbiano passato le seguenti ore a porsi la solita domanda.
O che vorrà dire “tegame”?
Bene. Sappiate che non è un tentativo mal riuscito di abbordaggio e che, quasi sicuramente, chi vi si è rivolto utilizzando il termine, non voleva farvi un complimento. Di certo, sempre meglio della versione maremmana! In quelle lande, sappiate, il tegame altri non è che quella donna conosciuta un po’ da tutti per essere… di facili costumi. Insomma, di quelle generose.
Sulle lastre di pietra serena, invece, la parola “tegame” acquista tutto un altro significato.
Per meglio spiegare il poetico et altissimo vocabolo, basti pensare che questo viene associato a quelle gentil dame che altro non hanno da offrire se non (si spera!) la simpatia. Insomma, per farla breve, se girate per Siena e qualcuno vi dà del tegame, è facile che siate uscite di casa con qualche indumento bislacco, che forse dovreste consultare un dietologo o che dovreste fare un salto dal parrucchiere.
Tegame is ugly woman, donna brutta!
Poi ci sarebbe un’altra interpretazione che viene data proprio da chi scrive: se qualcuno vi urla dietro che siete un bel tegame, probabilmente è perché gli garberebbe, ma ‘un c’ha i requisiti!
Arianna Falchi