“So tutto caldo!”
E a questa esternazione potrebbe seguire un soliloquio sui massimi sistemi o sulla scissione dell’atomo, i quali si potrebbero concludere con lo smarrimento totale del gruppo di persone con le quali si è usciti.
Siamo nuovamente di fronte ad una di quelle frasi che, esclamate in lande straniere, potrebbe esser portatrice di sguardi allibiti e smorfie di disgusto provenienti dai più bigotti. Per capire meglio, bsti sapere che in alcune zone della Toscana, comunicare di esser “tutti caldi”, equivale all’annunciare una tempesta ormonale nel pieno del suo tumulto, che probabilmente sfocerà in abborgaggi coatti falliti già in partenza.
Invece, sulla dolce pietra serena, esser caldi equivale a quell’idilliaco stato che dondola tra la sobrietà e l’ubriachezza molesta. L’arte d’esser caldi, permette di enunciare dogmi filosofici fondati sul nulla, ma senza aver la sensazione di rimettere da un momento all’altro. Qualcuno, si fregia pure di un ritrovato coraggio ed altri elaborano campagne elettorali migliori di… Migliori di. (Chi scrive, consiglia qualche gotto in più, che non farebbe male).
Ora, c’è da dire che qualcuno ci mette meno di altri… Ma dei leggeri, magari ne parliamo un’altra volta.
Arianna Falchi
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