Addio a Luis Bacalov, grande docente chigiano

Il celebre compositore Luis Bacalov, premio Oscar per la colonna sonora del film “Il postino”, ha insegnato ai corsi estivi di perfezionamento senesi dal 2002 al 2014

L’Accademia Chigiana esprime il suo cordoglio per la scomparsa di Luis Bacalov, docente di composizione di musica per film presso l’Accademia dal 2002 al 2014. Assieme ad Ennio Morricone e a Nicola Piovani, il celebre musicista italo-argentino è stato uno dei tre vincitori del  premio Oscar ad aver tenuto questa cattedra nei corsi di perfezionamento organizzati dall’istituzione senese.

 

Concertista di successo, Bacalov ha tenuto a Siena anche numerosi recital e la prima esecuzione assoluta nel 2008 della sua opera-balletto in un atto «Y Borges cuenta que…» appositamente commissionata dalla Chigiana.

 

Luis Enriquez Bacalov resterà uno dei compositori argentini più amati in Italia. Nato a San Martin nel 1933, ha affrontato la musica senza pregiudizi e ha lasciato una traccia profonda nella musica italiana come autore e arrangiatore di canzoni che fanno parte della storia del nostro Paese, come autore di colonne sonore di film, oltre che come pianista e concertista.

Bacalov era giunto in Italia nel 1959, dopo aver compiuto gli studi musicali e avere avuto esperienze artistiche in Colombia, Spagna, Parigi. I primi lavori nell’ambiente della canzone li trova come pianista di Claudio Villa e Milva. La storia cambia quando entra alla RCA dei tempi d’oro, la factory della musica pop, dove nello stesso periodo lavorava anche Ennio Morricone, altro grande docente chigiano. L’elenco dei titoli che ha firmato come arrangiatore è impressionante.

 

Parallela a quella di arrangiatore, già dagli anni Sessanta, Bacalov ha iniziato una brillante carriera di autore di colonne sonore che lo ha portato a firmare quelle di pellicole quali «Il Vangelo secondo Matteo» di Pasolini, «La città delle donne» di Fellini, «La tregua» di Francesco Rosi, «Django» di Tarantino, oltre a film di Scola, Damiani, Lina Wertmüller. L’apoteosi nel 1996 con il premio Oscar vinto per Il postino di Michael Radford, ultimo atto della vita di Massimo Troisi, morto poche ore dopo l’ultimo ciak.