Il cinema è una forma d’arte che può coniugare lo sviluppo di senso critico all’intrattenimento vero e proprio. Per questo può essere uno strumento di condivisione, capace di stimolare in ciascuno nuove conoscenze e momenti di riflessione su di sé e sugli altri, anche in carcere. E’ questa la filosofia del progetto che il Ser. D. Altavaldelsa dell’Azienda Asl Toscana Sud Est, porta avanti insieme alla Casa di Reclusione di Ranza di San Gimignano con la partnership delle associazioni cinematografiche di Siena “Visionaria” e “Campo e Controcampo”.
Il progetto pilota sulla settima arte, quella cinematografica, prevede quattro proiezioni con lo spazio per un confronto, al termine delle proiezioni, tra gli operatori e i detenuti. Dal 24 ottobre sono stati proiettati: “Io sto con la sposa”, un documentario sul dramma dei migranti; “Take Five”, un film interpretato da alcuni ex detenuti; “L’ora legale”, un mockumentary – un finto documentario – che si interroga sulla questione della legalizzazione delle droghe. La rassegna si chiuderà il 5 dicembre con una serie di cortometraggi scelti dall’archivio di “Visionaria”.
L’obiettivo dell’iniziativa è ricreativo, culturale e riabilitativo per sensibilizzare la popolazione detenuta ai linguaggi cinematografici e al potente strumento evocativo, simbolico e allegorico delle immagini filmiche.
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