Siena grazie alla presenza della via Francigena (o Romea, come si chiamerà anche alcuni secoli dopo) viene attraversata da centinaia di persone: pellegrini, viandanti, ma anche lavoratori, artisti, signori, mercanti.
Centinaia di persone che, arrivando nella nostra città, hanno bisogno di trovare un posto dove fermarsi a mangiare, a dormire, dove ricoverare i propri animali.
Da un censimento risulta che nel 1288, nei soli Terzi di San Martino e Camollia, c’erano circa novanta, come diremmo oggi, strutture ricettive: alberghi, locande, taverne che fossero.
L’ospitalità professionale, a pagamento, per coloro che viaggiano sulla Francigena diventa così un grande business che si intensifica nel corso dei secoli con il costante aumento dei traffici determinando, di conseguenza, una crescita di domanda del servizio e un’occasione di arricchimento per i molti che decidono di intraprendere tali attività.
Questi luoghi di sosta a pagamento (di varia tipologia e per tutte le tasche) hanno gestioni che possono essere private, pubbliche e, addirittura, religiose. I luoghi di ristoro di proprietà pubblica hanno una duplice funzione: garantire un servizio e, al tempo stesso, assicurare una buona entrata per le casse comunali. La maggior parte, tuttavia, sono in mano a privati e sono loro la maggiore forza motrice della diffusione ed evoluzione dell’ospitalità a pagamento: questo settore, del resto, assicura un guadagno anche nel caso di strutture più piccole e meno attrezzate, soprattutto nei periodi di maggiore afflusso di viaggiatori (gli anni giubilari, ad esempio).
Esistono anche punti di ristoro a pagamento di proprietà delle autorità ecclesiastiche, di ospedali, monasteri e chiese. Un esempio per tutti è proprio il Santa Maria della Scala che, oltre ad essere il maggiore istituto assistenziale cittadino, solo all’interno delle mura possiede ben cinque alberghi (ma ha proprietà importanti anche nel contado tra cui le stazioni di termali di Macereto e Petriolo che apportano non pochi introiti alle sue casse).
Accanto a questi si trovano i luoghi di sosta dove l’ospitalità è gratuita e, quindi, gli ospedali, (non nel senso di luoghi di cura, ma visti come luoghi di “hospitalitas”, cioè luoghi di accoglienza), che vanno dai più piccoli (magari solo con tre o quattro letti), all’ospedale per eccellenza: il Santa Maria della Scala. Anche questi di gestione laica o religiosa, vengono aperti proprio per accogliere e ospitare i viandanti più poveri, coloro che non si possono permettere “l’albergo”, e offrono un pasto caldo ed un letto per la notte.
Per quanto riguarda il Santa Maria della Scala, struttura capillare e dalle mille sfaccettature, forse non tutti sanno che offre un servizio particolarissimo ai pellegrini (in questo caso abbienti, in genere): funge da “cassetta di sicurezza”. Viaggiare è pericolosissimo e la Francigena è piena di briganti, ladri, malfattori che non aspettano altro che aggredire e derubare coloro che viaggiano. Chi possiede qualcosa di prezioso (siano oggetti o denaro) può lasciarlo al Santa Maria e riprenderlo, dopo aver pagato l’ente per la custodia, durante il viaggio di ritorno.
Roberto Cresti
Maura Martellucci
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