“L’8 marzo è una giornata di festa ma anche di lotta”. Così si è espresso il rettore dell’Università per stranieri di Siena, Tomaso Montanari nella giornata di ieri in occasione dell’iniziativa che si è tenuta nell’ateneo che ha la propria sede in piazzale fratelli Rosselli. L’ateneo ha ospitato in questa circostanza l’attivista iraniana Sanaz Partow e il gruppo musicale dei BowLand, tutti protagonisti di un pomeriggio di dibattiti e riflessioni a Unistrasi. “Siamo molto lontani da qualunque forma di parità tra uomo e donna e viviamo in un mondo governato e dominato da maschi – ha detto ancora Montanari. – La conseguenza più visibile di ciò è la guerra. Le donne in Iran stanno guidando una vera e propria rivoluzione, qui non si tratta di pensare che l’Italia sia una felice democrazia che aiuta l’Iran. Crediamo nella lotta dei popoli, in Iran la lotta è evidente ma anche in Italia c’è moltissimo da fare”.
Grande l’affluenza di studenti nell’iniziativa nell’aula magna Virginia Woolf, nel corso dell’incontro sono state proiettate anche immagini dei recenti scontri avvenuti nel Paese asiatico. Sanaz Partow ha parlato a lungo di Iran, un Paese nel quale “da 44 anni non si può festeggiare l’8 marzo. Nutriamo però la speranza di un cambiamento. Sentiamo notizie che evidenziano una totale crudeltà del regime contro le donne. Quando si può parlare e si può informare su ciò che avviene in Iran è sempre positivo e importante. Dobbiamo tenere i riflettori accesi sul Paese, purtroppo tanti governi occidentali continuano a trattare con l’Iran. La settimana scorsa il ministro degli esteri iraniano era a Bruxelles. Noi non combattiamo la religione, ma la religione dentro allo Stato. La religione non può essere una legge. Sogno un Iran libero e democratico”, ha concluso Sanaz Partow.