Nella vicenda umana e professionale di Francesco Ceppatelli detto Tabarre, uno dei fantini più misteriosi della storia paliesca, c’è anche il movimentato Palio del 2 luglio 1894. Dopo tre giri di accesa passione, di continui sorpassi e furiose nerbate, ecco che l’ottimo Fiammifero, che correva nell’Istrice con un cavallo non certo di particolare potenza, tiene banco e riesce ad essere uno dei protagonisti, adoperando il nerbo in un modo esemplare. Ma ecco che il talento, oltre alla forza del cavallo, fanno emergere il grande Tabarre da Volterra, che prende la testa della corsa per il Drago. Davanti al palco delle comparse un paggio della comparsa della Torre, “per fanatismo e per aschio”, come si legge nella cronaca ripresa da Antonio Zazzeroni, verso questo protagonista, gli lancio contro uno scudo. Il fatto non ebbe per fortuna conseguenze, perché non arrivò a destinazione e il Drago proseguì la corsa fino al trionfale bandierino. Il fatto aveva avuto un prologo non certo edificante: lo stesso Tabarre, dopo una prova, era stato prima minacciato e poi picchiato da un gruppo di torraioli, in una accesa mischia che aveva coinvolto anche alcuni dragaioli giunti a difenderlo. I torraioli ebbero nell’occasione la memoria piuttosto corta, visto che il 16 agosto dell’anno precedente lo stesso Ceppatelli aveva vinto per i loro colori dopo un altro Palio molto lottato, in questo caso dopo una lotta estenuante con la Pantera. Si conclude così il drammatico palio del luglio del 1894: dimenticavamo, tanto per essere più precisi, che il cavallo della Tartuca, durante la carriera, nel curvare a San Martino nella direzione sbagliata aveva gettato a terra una guardia municipale e che il fantino della Torre, chiamato Leggerino, , aveva avuto un incidente non di poco conto andando a sbattere nel colonnino del bandierino, sempre a San Martino.
Massimo Biliorsi